VOCE DELLA VALLESINA Settimanale di informazione - Colloqui con lo psicologo - di Federico Cardinali

2 ott 2022

I figli di questo mondo e i figli della luce. La storia si ripete

Con tutte le forze

I figli di questo mondo sono più avveduti, verso i propri simili, dei figli della luce constatava, amaramente, duemila anni fa il Maestro di Nazareth.[1] E sembra che le cose non siano cambiate. Per dirlo con più forza aveva pure raccontato una storia che, a sentirla, ti fa mettere le mani sui capelli, tant’è strana nella sua conclusione: un grande proprietario terriero s’accorge che l’amministratore l’ha imbrogliato. Lo licenzia. Poi però ne loda l’accortezza, l’avvedutezza, l’intelligenza (gr. phronìmōs) nel farsi amici che dopo, quando sarà in mezzo a una strada, gli restino vicini. E offre loro dei favori. Così se li ritroverà al momento giusto. Le bustarelle sono storia antica.

I figli di questo mondo e i figli della luce. Nel contesto storico culturale in cui queste parole sono state scritte rappresentavano, i primi i pagani e gli stranieri, gli altri la comunità dei discepoli. Semplificando, volevano mettere a confronto da una parte chi si attiva e opera solo per i propri interessi, dall’altra chi agisce per il bene, per l’interesse comune. E vedendo come i primi ce la mettono tutta nel tutelare la loro causa, arriva la considerazione critica del Maestro verso i secondi. Che spesso appaiono piuttosto tiepidi nel sostenere le loro scelte.

 

Due esempi oggi. Di drammatica attualità.

 

La guerra in Ucraina. L’impegno che Putin sta mettendo nel volerla portare avanti a tutti costi per il raggiungimento dei suoi obiettivi è difficile dire che non sia totale. Lui, Kyrill e i loro collaboratori. Ce la mettono tutta. Cercano alleanze ovunque per non ritrovarsi isolati dal resto del mondo. Parlano di equilibrio nuovo che dovrà regolare i rapporti tra i popoli. Individuano un nemico comune, l’occidente, reo d’ogni nefandezza. Indifferenti al diritto internazionale, sfondano i confini d’una nazione con carrarmati e missili. Minacce e ricatti per chiunque si schieri contro. Gas, petrolio, grano, fertilizzanti, referendum... tutto fa brodo. Perfino la minaccia nucleare.

Non solo. All’interno della Russia chi con condivide è messo a tacere: carcere, veleno. Stampa controllata. Manifestazioni vietate. Richiamo dei riservisti. Reclusione per chi rifiuta d’arruolarsi.

La parola guerra è proibita. Operazione speciale, liberazione dell’Ucraina dal regime nazista, corsa verso la liberazione dei fratelli del Donbass anche con il sacrificio della propria vita – ovviamente quella dei soldati, non quella dei gerarchi; meno ancora quella di Putin!

Attenzione. Non sto proponendo una valutazione socio o geopolitica. Quanto fanno è criminale: nessuna giustificazione. Non analizzo cause o con-cause che possono averlo indotto a invadere un Paese libero e scatenare una guerra. No. Ciò che qui voglio sottolineare è unicamente l’impegno totale che lui e i suoi ci stanno mettendo. Pur di raggiungere gli obiettivi prefissati. Con tutte le forze.

E noi? Noi, popoli liberi e democratici, con quale impegno lavoriamo per costruire la pace che continuamente diciamo di voler ritrovare? Noi, cittadini e governi. Sì, abbiamo attivato le sanzioni. Che cerchiamo di sostenere pur vedendo quanto ci stanno costando. Ma il nostro impegno per la pace, politico e diplomatico, ha la stessa intensità dell’impegno di Putin per la guerra? A me sembra che di fronte alla forza con cui lui e i suoi (i figli di questo mondo) sostengono i loro obiettivi, le nostre posizioni i nostri interventi il nostro agire siano quanto mai tiepidi. E se vogliamo guardare noi stessi come figli della luce, perché cerchiamo la pace la democrazia il rispetto dell’autonomia dei popoli, perché non siamo altrettanto decisi nel perseguire i nostri obiettivi, come è deciso (avveduto, accorto, intelligente) Putin nella sua scelta di proseguire la guerra? Ecco il senso di queste parole, oggi, i figli di questo mondo sono più avveduti, verso i propri simili, dei figli della luce. Che dite?

 

Un secondo esempio. La crisi climatica. Meglio, il disastro climatico. L’impegno dei popoli, dei governi, dei capitali che sostengono la necessità e l’urgenza di cambiare lo stile di vita, a voi sembra maggiore di quello di chi invece continua nell’inquinamento, nella distruzione del verde, nella cura esclusiva del proprio interesse, qualunque sia il costo per questa e per le future generazioni? A me pare infinitamente maggiore l’energia di questi ultimi (i figli questo mondo), a confronto dell’impegno di coloro (i figli della luce), noi compresi, che cercano di lavorare per restituire al pianeta uno stato di buona salute. Non sembra anche a voi?

 

I figli di questo mondo sono più avveduti, verso i propri simili, dei figli della luce. Verità amara. Possiamo cambiare il corso della storia? Sì. Se impariamo da loro. Non per le scelte che fanno, criminali. Ma per l’energia che ci mettono nel portarle avanti. Con tutte le forze.

 

[1] Luca 16,1-8

 

* V'invitiamo a leggere anche Pacifisti? e La vogliamo davvero la pace?