VOCE DELLA VALLESINA Settimanale di informazione - Colloqui con lo psicologo - di Federico Cardinali

25 lug 2021

Di fronte ai segnali di allarme della madre terra

Ritrovare l’armonia

«Il Creatore ha pronunciato su di loro la benedizione e ha detto: “Siate fecondi, moltiplicatevi, riempite la terra, percorretela. Governate i pesci del mare, i volatili dei cieli, tutti gli esseri che strisciano sulla terra”».[1] Così in un antico testo ebraico il mito delle origini. VI sec. a.C. Osserviamo bene due parole. E guardiamo come invece siamo abituati a leggere nella traduzione ufficiale che ci viene proposta: “... riempite la terra e soggiogatela. Dominate sui pesci del mare...”. Soggiogare la terra, dominare sugli animali. Non è quanto stiamo facendo? Sono questi i miti fondanti la nostra cultura. Gli stereotipi che guidano il comportamento dell’umanità nei confronti della natura.

Ma percorrere non è soggiogare. Governare non è dominare.

 

Ed ecco che in un giorno arriva tanta acqua da provocare quasi duecento morti e più di mille dispersi. Non in uno sperduto paese del terzo mondo. Ma a casa nostra. Nel cuore dell’Europa. E noi subito: la rabbia della natura, una maledizione, la furia dell’acqua... le parole che riempiono i giornali di questi giorni. No, la natura non si arrabbia. Nessuno manda maledizioni. Semplicemente la terra segue le leggi che da sempre ne hanno guidato l’equilibrio e la storia. Da prima ancora che noi umani iniziassimo ad abitarla. E dire che per millenni l’abbiamo rispettata e ce ne siamo presi cura. Ma da quando abbiamo iniziato a manipolarne il funzionamento, convinti di esserne padroni – soggiogatela e dominate – ecco che ne abbiamo alterato gli equilibri che lei s’era costruita in milioni di anni.

 

Gli anni 2016-2020 sono i più caldi degli ultimi diecimila. Il 2016 il più caldo in assoluto. Rispetto alla media del periodo preindustriale la temperatura è già salita di oltre un grado. Ma noi non ci diamo peso. E continuiamo con i combustibili fossili, carbone e petrolio, senza renderci conto che ogni anno immettiamo nell’atmosfera più di 36miliardi di tonnellate di anidride carbonica (CO2). Tre quarti di questa si produce nelle città. Solo in Italia ciascuno di noi ne immette più di sei tonnellate l’anno.

Come facciamo? Pensate al riscaldamento nei mesi invernali: uffici, scuole, ospedali da frequentare in maniche di camicia, pena un collasso. E i condizionatori d’estate? Per entrare in certi supermercati non ci vuole la giacca a vento? E le auto. Sempre pronte per uscire di casa, anche solo per fare mezzo chilometro. Motore acceso, ai semafori o quando dobbiamo scendere per prendere il giornale. Per non parlare dei tanti ragazzi che non sanno muoversi senza lo scooter: con la bicicletta, diceva Laura, quindici anni, chi sa quando arrivo! Cellulari incollati alle mani e, naturalmente, sempre ultimo modello – così tanto per accumulare rifiuti altamente inquinanti. Poi magari partecipano ai Friday for future. Ottima cosa. Ma la coerenza? Rischia di essere come la nostra. Di noi adulti che ci riempiamo la bocca con ecologia, inquinamento, surriscaldamento... e dimentichiamo che il poco che io posso fare, se moltiplicato per i quasi 8miliardi che abitiamo la terra, diventa 8miliardi di poco. Cioè tanto. Tantissimo. Nel male e, ovviamente, nel bene.

 

Un pensiero ora per chi continuamente ci ricorda che la terra accanto ad ere glaciali, ha già passato anche ere di surriscaldamento. E questa sarà una delle tante. Certo, ma attenzione a non dimenticare due aspetti. Il primo, che adesso ci siamo noi umani ad abitare la terra. Nelle epoche passate le specie coinvolte in ere di eccesso, di freddo o di caldo, non sono sopravvissute. Ci dicono gli studiosi che il 99,9% delle specie, da che c’è vita sulla terra, si sono estinte. Ma stavolta tocca a noi! L’altra considerazione: le grandi mutazioni di temperatura sono sempre avvenute in centinaia di migliaia di anni. Oggi il surriscaldamento ha una velocità mille volte superiore. In soli centocinquant’anni la temperatura è già salita di oltre un grado. Se poi ci fosse chi pensa che sarà mai un grado, potremmo chiedergli se per lui è la stessa cosa che il suo termometro gli indichi 37° o 38°.

Più volte in quest’ultimo anno e mezzo ci siamo detti anche sulla pandemia. Su come questo virus, che ancora ci sconvolge per la velocità con cui sa mutare, è arrivato a noi anche grazie all’estinzione di specie – sempre opera nostra! – che finora l’avevano ospitato.

 

Oggi è l’ultimo incontro prima della pausa estiva. Per salutarci leggiamo un testo ancora più antico di quello che abbiamo visto all’inizio. Tremila anni fa, X sec. a.C., sempre nel mito delle origini troviamo: «Il Signore Dio prende l’essere umano e lo pone nel giardino di Eden [cioè sulla Terra] per preservarlo e coltivarlo».[2] Credenti o no, non è questo il punto. Queste parole sono espressione della saggezza dell’umanità. Saggezza da recuperare. Per ri-porci in armonia con la terra che ci ospita. Quindi in armonia noi stessi.

Buona estate!

 

[1] Genesi 1,28

[2] Genesi 2,15

 

V. anche Noi, la terraLa terra e noi; Dagli alberi la salute