VOCE DELLA VALLESINA Settimanale di informazione - Colloqui con lo psicologo - di Federico Cardinali

11 dic 2022

Cosa non si fa pur di raccattare consensi

Uso e abuso della religione

Due originali interventi di esponenti della nuova maggioranza hanno illuminato i giorni passati. Cinque senatori leghisti propongono un bonus fiscale fino a ventimila euro per chi decide di sposarsi in chiesa. Qualche giorno dopo un altro senatore, stavolta del partito della presidente, prende la Bibbia a sostegno delle sue idee sull’omosessualità.

Sentendo questi interventi, mi sono chiesto quale ne fosse il senso. Tanto più con questa concordanza. Sia di tempi (a pochi giorni di distanza l’uno dall’altro), sia di appartenenza politica (entrambi esponenti della maggioranza). E devo dire che non riesco a vederci una ragione diversa dalla ricerca di raccattare consensi da una parte dell’elettorato: quella che, più o meno coerentemente, si definisce cattolica. Come a dire noi siamo dalla vostra parte, sosteniamo le idee e le posizioni della chiesa. Sia sull’omosessualità sia sul matrimonio religioso.

È difficile trattare due temi così corposi in poche righe di giornale. Ma due pensieri proviamo a dirceli.

 

La citazione della Bibbia. Nel terzo libro, Levitico, è scritto: “Non ti coricherai con un uomo come si fa con una donna: è abominio (ebr. to‘ebah)”. Chiaro. Il problema però è che il significato autentico di queste parole possiamo coglierlo solo collocandole nel contesto storico culturale in cui sono state scritte. Siamo nel VI sec. a. C. In quella cultura il primo compito di un uomo era fare figli, sia per assicurarsi una discendenza, dal momento che dopo la sua morte solo un figlio avrebbe garantito al suo nome la sopravvivenza, sia perché il popolo doveva crescere, anche numericamente, così da diventare sempre più forte e potente di fronte ai suoi nemici. Due uomini che si coricano tra loro non possono fare figli, quindi non rispettano questa che è legge fondamentale.

Se poi il nostro senatore volesse dare a quel testo antico un significato letterale, dovrebbe, per coerenza, continuare la lettura. Poco dopo troverebbe: “Se uno commette adulterio con la moglie del suo prossimo, l’adultero e l’adultera dovranno essere messi a morte”.[1] Ci aspettiamo che la prossima proposta di legge sia la pena di morte per chi commette adulterio. Uomini e donne. Che ne sarà della nostra... sopravvivenza!?

Ci racconta Plinio che Apelle, pittore greco del IV sec. a.C., a un ciabattino che, dopo che ne aveva accolto un’osservazione su come aveva disegnato un sandalo, gli criticava anche come avesse fatto il ginocchio, rispose: Sutor ne ultra crepidam. Calzolaio, tu occupati delle scarpe, non andare oltre! Caro senatore, sostieni pure le tue idee: ne hai tutto il diritto. Come io e altri abbiamo il diritto di sostenere le nostre. Ma lascia stare la Bibbia. Non farle dire ciò che non può e non sa dire. Magari, se vuoi, puoi aggiornarti sullo stato degli studi da parte del mondo scientifico, medico e psicologico: è da oltre trent’anni che l’omosessualità (che noi preferiamo chiamare omo-affettività, dato che noi umani abbiamo raggiunto la capacità di coniugare insieme sessualità e affettività) è definitivamente considerata una variante naturale nella specie umana.

Lo so che anche la chiesa (cattolica) ha bisogno di aggiornare certi suoi documenti, datati. Nati in momenti ed epoche dove la stessa scienza si trovava ancora con qualche confusione. Ne abbiamo parlato già in altre occasioni, e avremo modo di ritornarci.

 

Una parola sui matrimoni. Che per sposarsi fra un po’ bisognerà accendere un mutuo, sembra la strada su cui ci stiamo incamminando. Abiti, fiori, fotografi, musicisti, luoghi speciali, wedding planner, pranzi o cene con venti portate, centinaia di invitati, viaggi esotici. L’idea di un bonus fiscale a parziale recupero delle spese per un matrimonio, sempre restando in margini accettabili, perché no? Magari potrebbe aiutare a riconsiderare l’idea stessa di matrimonio. Pensiero cui non è facile per tanti giovani d’oggi accedere: le convivenze stanno prevalendo ormai, numericamente, sui matrimoni. Quella precarietà che caratterizza il mondo del lavoro sta invadendo perfino le relazioni affettive. Attenzione, però, cari senatori: aiutare a riscoprire il matrimonio, bene. Ma non solo il matrimonio in chiesa. Non può uno stato laico privilegiare una religione piuttosto che un’altra. Né è legittimo che dia maggior valore al matrimonio con rito religioso (di qualunque religione) rispetto a quello civile.

 

Un’ultima riflessione. Nell’antica Roma il Senatus era l’istituzione più autorevole. La si fa risalire addirittura a Romolo, e rimase in vita anche dopo la caduta dell’impero d’occidente. Il suo nome nasce da senex che significa anziano, vecchio. A indicare che i suoi componenti sono persone dotate di quella saggezza che solo un’età avanzata permette di costruire. Ma questo i nostri senatori non l’avevano ancora... studiato, altrimenti, penso, queste originalità se le sarebbero, e ce le avrebbero, risparmiate!

 

[1] Levitico 18,22 e 20,10