VOCE DELLA VALLESINA Settimanale di informazione - Colloqui con lo psicologo - di Federico Cardinali

28 apr 2013

Guardare con vera attenzione i nostri bambini

La regola delle tre "R" (3)

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La settimana scorsa, preoccupati e allarmati di fronte all’agitazione che sembra impossessarsi dei nostri bambini, ci dicevamo della necessità da parte nostra di provare a rispettare il loro ritmo naturale.

 

C’è una vecchia regola, suggerita da tempo da psicologi e pedagogisti, che potremmo sintetizzare così: la regola delle tre R. Quali sono? Semplice: Riti, Ritmo, Regole. I nostri bambini hanno bisogno di crescere in un ambiente famigliare che sappia coniugare insieme queste parole.

 

Tutti noi abbiamo dei riti che ci accompagnano durante la giornata. Da quando ci alziamo a quando andiamo a dormire. Sono quelle cose che facciamo automaticamente, senza neanche pensarci. Sono le nostre abitudini. Alzandoci, accendiamo quella luce o apriamo quella finestra; poi qualcuno va subito al bagno, sempre, tutte le mattine; qualcun altro, invece, corre in cucina e mette su il caffè; ci laviamo: anche qui ciascuno ha il suo modo di fare, sempre lo stesso; il posto dell’asciugamano, del sapone, del bagnoschiuma: guai se qualcuno ce lo cambia. Andiamo a mangiare: il modo di apparecchiare, un certo ordine nel mettere le cose, prima una poi un’altra; perfino i piatti nella lavastoviglie devono avere un loro ordine (al punto che se lo fa qualcun altro in casa e non li mette come facciamo noi, siamo subito pronti a lamentarci e a criticarlo). Anche quando andiamo a dormire i nostri riti (= le nostre abitudini) ci accompagnano: dove mettiamo i vestiti, cosa ci togliamo prima, cosa dopo, il posto sul letto, da quale parte ci giriamo per prendere sonno, ecc.

Le abitudini (= i riti) hanno due grandi vantaggi: sono cose che facciamo automaticamente, quindi non ci richiedono neanche tanta attenzione né dispendio di energie; poi, cosa ancora più importante, ci danno sicurezza: il rapporto tra noi e il mondo che ci circonda cammina sempre allo stesso modo.

 

Anche un bambino ha lo stesso bisogno. Lui ora sta entrando in rapporto con il suo mondo, che si amplia man mano che lui cresce. Costruire delle abitudini gli dà quella sicurezza e stabilità che lo faranno crescere sereno e senza paure.

Quando lo chiamiamo la mattina, l’ordine con cui gli facciamo fare le cose (lavarsi, vestirsi, fare colazione, la cartella per la scuola, prendere la merenda, ecc): tutto ha bisogno di trovare un ordine. Così per mangiare: il suo posto a tavola, prendere prima una cosa poi un’altra. Quando va a letto la sera: chi l’accompagna, come togliere i vestiti e mettere il pigiama, come lo salutiamo prima che si addormenti. La sera – ricordiamoci – accompagniamolo a letto con una carezza, un bacio, un saluto che gli dia serenità. Anche quando siamo nervosi o arrabbiati.

Certo, tutto questo varia al variare dell’età, ma ciò che conta è che lo aiutiamo a costruire delle abitudini: delle buone abitudini!

 

Noi umani siamo programmati per un ritmo di 24 ore. Il nostro cervello e tutto il nostro corpo regolano la loro attività con questo ritmo. Ciò si dovrebbe tradurre in una buona regolarità negli orari. Primo fra tutti l’orario per andare a letto e l’orario della sveglia: ricordandoci che noi (bambini e adulti) siamo ‘programmati’ per dormire quando è buio e per stare svegli quando c’è la luce (tanto che chi nel suo lavoro è costretto ai turni, spesso presenta disturbi nel sonno o in altre funzioni dell’organismo). Gli orari di un bambino non devono cambiare. L’orario per i pasti. Quello per i compiti, per il gioco, per la televisione, per il computer… Smettiamola di dire che noi “rispettiamo la sua libertà”. È la più grossa bugia che possiamo dirci: un bambino non ha la capacità di darsi degli orari. Ma ne ha un assoluto bisogno.

 

Un bambino per crescere sano ha bisogno di regole. Queste l’aiutano a costruire un buon rapporto con le cose, con le persone, con se stesso. Qui la cosa più importante – e spesso la più difficile – è la coerenza nelle regole. Ciò significa che il nostro  deve restare , e il no deve restare no: non è per nulla buono per un bambino apprendere che una sua lagna o un suo capriccio hanno il potere di trasformare il  in no e viceversa. Spieghiamogli il perché di una regola, ma non possiamo mutarla in base alle sue reazioni. Altrettanto dannoso per lui è avere un babbo che trasforma il no della mamma in un , o avere una mamma che fa la stessa cosa con quanto dice il babbo.

 

Ora, per salutarci, ancora due pensieri.

Il primo. Quando ci capita di litigare tra marito e moglie, non prendiamocela con il bambino: anzi, diciamoglielo che lui non c’entra niente. Che è una cosa tra adulti: i bambini si prendono sempre la colpa delle cose che non vanno bene tra i genitori.

L’altro. Un bambino non ha bisogno di tante cose: lui ha bisogno del nostro tempo. Ogni giorno cerchiamo di perderci un po’ di tempo: non è tempo perso, è tempo di salute e di benessere per il nostro bambino. E per noi!

Lui c’insegna a… respirare, ricordate? E il respiro ci dà salute.

 

1. Liberi di respirare

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