VOCE DELLA VALLESINA Settimanale di informazione - Colloqui con lo psicologo - di Federico Cardinali

30 nov 2008

Il pianeta Famiglia

Nei nostri primi incontri ci siamo mossi cercando di fare un viaggio intorno all’uomo. L’abbiamo percorso ponendoci di volta in volta su punti di osservazione diversi. Il corpo, la mente e l’anima sono stati i ‘luoghi’ dai quali abbiamo gettato uno sguardo su noi stessi. Abbiamo incontrato l’essere umano e l’abbiamo osservato in sé stesso, come un individuo, isolandolo, in fondo, dal contesto di relazioni nel quale ciascuno vive.

Ora proveremo ad avvicinarci a noi stessi guardandoci all’interno di uno dei nostri contesti (= luoghi) più significativi: la famiglia. Il nostro nuovo viaggio, dunque, sarà un viaggio intorno alla famiglia.

 

In partenza per questo viaggio, dobbiamo dirci una cosa: quando parliamo di famiglia, il nostro pensiero viene guidato dalla nostra espe­rienza personale. La famiglia d’origine (= quella in cui siamo nati e cresciuti) diventa il nostro punto di riferimento. Nel bene e nel male: in tutto ciò che di ‘buono’ (nel senso che ci ha fatto e ci fa star bene) o di ‘meno buono’ (che ci ha fatto e ci fa star male) vi abbiamo trovato nel passato e vi troviamo ancora oggi. E la nostra esperienza diventa così importante che le emozioni che l’accompagnano colorano, in positivo o in negativo, anche i nostri pensieri e i nostri ragionamenti. E’ così e non c’è niente di male. Dobbiamo solo ricordarcelo, ogni tanto. Ciò avviene perché ognuno di noi è parte di una famiglia. Meglio: ciascuno di noi è inserito in una storia di famiglia.

 

Perché PIANETA FAMIGLIA? Perché stiamo per entrare in un mondo davvero complesso. Un pianeta molto frequentato, molto ricco, ma, forse proprio per questo, anche difficile da ‘esplorare’.

 

Arrivati dunque su questo pianeta, la prima osservazione che facciamo è che la famiglia è come un insieme. (Gli psicologi usano la parola ‘sistema’. Ma noi lasciamo la parola ‘insieme’: le possiamo considerare equivalenti). Vi ricordate quando a scuola la maestra ci insegnava il significato di questa parola? Magari ci facciamo aiutare dai nostri bambini che sono più freschi di noi… L’insieme è costituito da più ‘cose’; queste sono in relazione le une con le altre; il tutto è diverso dalla somma delle singole parti. Così dice la matematica.

Per capirci meglio, due esempi. Il nostro corpo è un insieme. Esso è formato da tante parti: la testa, le braccia, le mani, le gambe, i piedi; poi, se guardiamo un po’ più dentro, troviamo il cuore, i polmoni, i reni, lo stomaco; se guardiamo ancora più dentro e più in piccolo, troviamo i tessuti, le cellule… e via di questo passo. Ma nessuno di noi dice di sé stesso: io sono una testa più due braccia più due gambe più un cuore, ecc., perché ognuno di noi è qualcosa di diverso, di nuovo, rispetto alla somma di tutte queste parti. Tutte queste parti interagiscono tra loro per dare vita ad un corpo vivente; e ciascuna di esse è interdipendente con le altre. Nessuna può dire: io faccio da sola, io esisto da sola.

Un altro insieme? Un’automobile. Essa è formata da tante parti, ma anche qui, perché ci sia l’automobile è necessario che queste parti siano collegate, cioè in relazione le une con le altre.

Il corpo umano, un’automobile, un computer, un telefonino… sono degli insiemi, ma si differenziano, oltre che per le funzioni che svolgono, soprattutto per la complessità che li caratterizza: è certo molto più semplice comprendere il funzionamento di un’automobile che il funzionamento del corpo umano, tanto per fare un esempio!

 

Anche la famiglia è un insieme. Un insieme molto complesso, perché è formato da persone. Ricordiamo quanta complessità abbiamo incontrato nel nostro precedente viaggio, quello intorno all’uomo! Quando incontriamo una famiglia, allora, è come se incontrassimo un insieme iper-complesso, perché formato da tante complessità: quella complessità che definisce ognuno di noi, quella complessità, cioè, che definisce ciascuna persona che, insieme con le altre, costituisce quella famiglia.

Come non perderci di fronte a tanta complessità? Anche noi ricorreremo al trucco che usano tutte le scienze per analizzare il loro oggetto di studio. Ricordate? Cercheremo di attivare il processo di semplificazione che ci permetterà di esplorare, di volta in volta, aspetti diversi, senza perderci nella vastità del ‘pianeta’.

 

Ma prima di lasciarci, arrivati sul nostro pianeta, dobbiamo fare la seconda osservazione: la famiglia è come un organismo vivente. Un’automobile, un computer, un telefonino sono degli insiemi, abbiamo detto. Proprio come una famiglia. Ma né l’automobile, né il computer né il telefonino sono insiemi viventi. La famiglia sì. Un organismo vivente ha una storia: nasce, cresce, si trasforma nel tempo.

 

Nel viaggio che faremo intorno alla famiglia noi proveremo ad accompagnarla nel suo ciclo evolutivo. Ne individueremo delle tappe, come delle fasi, cercando di osservare che cosa succede in ognuna di queste tappe. Quella parte della psicologia che studia la famiglia dà un nome al suo processo di crescita: lo chiama ciclo vitale. Con queste parole diciamo due pensieri: la parola ciclo indica che siamo di fronte ad un movimento circolare, che parte da un punto e in un certo senso vi fa ritorno; con la parola vitale intendiamo evidenziare che si tratta del percorso di un organismo vivente. La famiglia, ogni famiglia, è un organismo vivente, che ha un’anima. E noi proveremo ad incontrarla, nella sua organizzazione interna e nel suo processo evolutivo. Per comprenderla. E per comprenderci.

 

 

V. anche Una famiglia sufficientemente buona (con i relativi link)