VOCE DELLA VALLESINA Settimanale di informazione - Colloqui con lo psicologo - di Federico Cardinali

28 feb 2021

Il dramma delle mancate vaccinazioni nel terzo mondo

Prima... tutti!

Che siamo tutti in alto mare è difficile non vederlo. Forse il problema nasce quando proviamo ad entrare in quel tutti. Perché temo che il nostro campo visivo tenda a restringersi. Siamo così angosciati dalla situazione che stiamo vivendo noi, in prima persona, che fatichiamo ad accorgerci di quanti altri vi si trovano. Anche peggio di noi.

È questo, credo, che ci porta a correre alla ricerca di soluzioni. Rischiando, nella corsa, di sgomitarci gli uni gli altri. Non perché sarebbe giusto fermarci e dire prego, andate avanti voi. No. Temo, però, che sia altrettanto ingiusto correre noi con la Porche, sulla stessa strada in cui gli altri hanno sì e no le scarpe per camminare. Perché è questo che sta succedendo nel mondo.

 

Qualche dato. E qualche riflessione.

Un dato è evidente. Il virus è molto veloce nella sua diffusione, e in certe varianti sembra esserlo ancora di più. E noi non abbiamo alternativa: dobbiamo essere più veloci di lui. Veloci qui, a casa nostra. In Italia. In Europa. Negli Stati Uniti. Poi?

Secondo la Duke University, Sud Carolina, i paesi ricchi si sono accaparrati 4,2 miliardi di dosi di vaccino; i paesi a basso reddito se ne sono assicurati 675mila. E siamo, noi 1miliardo, il resto quasi 7: ad oggi siamo 7,8miliardi sulla terra. A metà gennaio la Guinea era ancora l'unico paese africano ad avere somministrato il vaccino: 25 dosi di Sputnik, omaggio della Russia.

Ghebreyesus, direttore generale dell'Oms, afferma: “Più aspettiamo a garantire vaccini, test e trattamenti a tutti i paesi, più rapidamente il virus si espanderà, più il rischio delle varianti del Covid crescerà, più aumenterà il pericolo che i vaccini di oggi diventino inefficaci. E più difficile sarà uscirne per tutti i paesi”. Parole chiare. Inequivocabili.

Questi giorni il nostro terrore aumenta all’annuncio delle varianti con cui il virus sta scendendo in campo: inglese, brasiliana, sudafricana, scozzese. Il punto è che più le infezioni aumentano e coinvolgono un maggior numero di persone e di nazioni, più aumenta la possibilità che nuove varianti si producano. Con la conseguenza che anche i vaccini, che pure cerchiamo di moltiplicare, rischiano di perdere la loro efficacia. Solo riducendone la circolazione, la pandemia perderà terreno.

 

Qui è il problema. Che noi rischiamo di non vedere. Occupati come siamo a proteggere noi stessi, perdiamo di vista che siamo una comunità mondiale che naviga sulla stessa barca, dove il male di uno va a danno di tutti.[1] Solo proteggendoci tutti, tutti ne saremo davvero protetti. Continua Francesco: nessuno si salva da solo, ci si può salvare unicamente insieme. E Gita Gopinath, capo economista del Fondo monetario, è stata altrettanto chiara al World Economic Forum, a Davos: “La pandemia non finirà davvero per nessuno, fino a che non finirà per tutti”.

 

Allo stato delle cose la scienza medica sa che l’unica difesa efficace per fermare Covid è il vaccino. Degli oltre 70 attualmente in fase di ricerca, solo 3 finora sono stati approvati dall’Ema. Quello russo e quello cinese sono tuttora sospesi: né la Russia né la Cina si degnano di comunicare alla comunità scientifica tutti i dati che ne supportano la validità. Così né SputnikCoronavac, al momento, sono nelle nostre disponibilità. Utilizzati invece da Russia, Cina e alcuni paesi arabi. Con un gioco alla conquista che le due potenze stanno già mettendo in atto verso l’Africa e l’America latina. L’egemonia giocata sulla pelle dei più deboli. E con la nostra complicità.

Hannah Arendt, osservando l’atteggiamento del popolo tedesco di fronte alla Shoah, parlava di naufragio morale di un’intera nazione.[2] Mi chiedo se queste stesse parole, oggi, non rischiamo di doverle usare verso un’intera civiltà. La nostra. La civiltà di noi popoli ricchi.

 

A fianco del grande tema, politico economico, della liberalizzazione dei brevetti e della possibilità di produrre i vaccini anche in altre parti del mondo, proviamo a fare un ragionamento. Di fronte all’attuale drammatica situazione l’Europa ha messo in campo 750miliardi di euro (Next Generation EU) per il periodo 2021-24, a supporto degli Stati membri; di questi, 209 entreranno nelle nostre casse. Ora il nuovo governo sta febbrilmente lavorando per tradurli in programma operativo.

Immaginiamo che di questi 209miliardi, mezzo ne mettiamo a disposizione dei Paesi più poveri per il piano vaccini. Immaginiamo che anche gli altri Paesi dell’Unione facciano altrettanto. Così pure ciascuno dei 50 Stati che formano gli USA. È così assurdo il pensiero? Hai visto mai che il famigerato prima gli italiani lo facciamo diventare prima tutti? Mettiamo che non vogliamo farlo per un principio di solidarietà umana. Meno ancora perché questo è il primo e unico comandamento del Vangelo. Facciamolo per... egoismo! Per puro, ma intelligente, egoismo.

La pandemia non finirà davvero per nessuno, fino a che non finirà per tutti.

 

 

[1] Fratelli tutti, 32

[2] Hannah Arendt, La banalità del male, 1963