VOCE DELLA VALLESINA Settimanale di informazione - Colloqui con lo psicologo - di Federico Cardinali

14 feb 2021

Per ritrovare fiducia e speranza nel mondo della politica

Narciso

Ce l’hanno offerta su un piatto d’argento. Se pure l’avessimo dimenticata, di sicuro è riemersa nella nostra memoria la storia di Narciso. Un giovane, figlio di dèi, innamorato di sé e della propria bellezza. Un giorno, preso dalla sete, si ferma ad una fonte e mentre si avvicina per bere scorge la propria immagine riflessa nello specchio d’acqua. È così bello ciò che vede che subito se ne innamora. Da quel momento non sa vedere più niente e nessuno, neppure le tante ninfe che lo corteggiano. Catturato dalla sua immagine, ne diventa prigioniero. Finché un giorno, pur di raggiungerla e possederla, si sporge nell’acqua e vi cade dentro. È la fine.

 

Mito antico, raccontato da poeti e scrittori. Mito antico e recente. Anche Freud, nella sua ricerca verso la conoscenza della psiche umana, vi è ricorso. Realtà antica. Ma anche attuale. Di un’attualità, in certi periodi, davvero drammatica. Questi giorni i nostri politici ce n’hanno fornito una varietà infinita. Presi da se stessi, da interessi di parte, dall’immagine che di sé hanno costruito, ci han fatto vedere tutta l’incapacità a rendersi conto della situazione drammatica che stiamo vivendo. Una pandemia che tuttora ci assedia. La crisi, economica e sociale, che l’accompagna.

Tutti lo vediamo. Tutti, meno loro. Narciso vede solo se stesso. È così innamorato della propria immagine che non esiste altro, né altri, al di fuori di lui. E dire che c’era già stato Trump. Non solo incapace di riconoscere che i suoi cittadini gli avevano detto che il suo turno era finito e ora sceglievano un altro presidente, ma addirittura istigatore di un assalto al parlamento. No. Insoddisfatti, i nostri sono scesi sullo stesso campo. Quasi a voler dimostrare che anche loro sono capaci di chiudere gli occhi di fronte ai problemi di tutti, ossessionati soltanto dal proprio successo.

Certo, c’è chi s’è distinto sugli altri. Non pago delle trasferte arabe, ci ha tenuto a dimostrare che anche in Italia è il più bravo, il più forte, il più bello. È vero, sull’altra riva c’era il suo omonimo a fargli ombra. Indifferenti, entrambi, ai quattrocento morti che ogni giorno passano, trascinati dalla corrente.

 

E volevano darci a bere che i contrasti erano sui programmi. Che il governo l’han fatto cadere sui contenuti. Mi chiedo con chi pensano d’avere a che fare. Ma la domanda è superflua. Noi, non ci vedono, non possono vederci: Narciso ha occhi solo per se stesso.

Le distanze sui contenuti e sui programmi sono affrontabili. Il confronto, il dialogo, il desiderio di costruire permettono di avvicinarsi. Non si cade nella trappola del o-tutto-o-niente. Solo un bambino ne è prigioniero, da adulti la vita c’insegna che gli obiettivi si raggiungono passo dopo passo. Ma da adulti. Narciso è eterno bambino. Lui vede solo la propria immagine, per lui solo il suo io esiste. Non c’è altri al di fuori di lui. Che altri possano esistere, per l’io-Narciso è minaccia di morte.

Parliamo di personalismi in politica. Ma di personalismo si muore. Ed è proprio qui il dramma: che quando i personalismi imprigionano donne e uomini che per definizione devono prendersi cura del bene comune – non è questo il compito della politica? – è quest’ultimo a morire. È vero, c’è Narciso e Narciso. Ma quando di fronte al super-narciso gli altri ci cascano dentro con i loro narcisismi, più o meno grandi, è fatta.

 

Fortuna che nel mondo della politica ci sono anche uomini. Uomini adulti e maturi. Il nostro Presidente brilla di luce propria. Con la consapevolezza dell’emergenza che stiamo vivendo, ha mostrato il coraggio di richiamare ciascuno al proprio dovere e alla propria responsabilità. E ha chiamato in aiuto un uomo che, a quanto abbiamo visto finora, ha superato abbondantemente l’età del narcisismo.

Ma da solo non ce la può fare. Il deus ex machina funzionava nel teatro antico. Non nella realtà. Ora inneggiano al nuovo arrivato. Si dicono pronti a collaborare. Sì, ma per quanto? Perché Narciso lì per lì può anche mostrarsi tranquillo, ma se il nuovo arrivato tanto tanto proverà a toccarne l’immagine, coperto ancora dietro... i programmi, il boicottaggio arriva. Deciso. Veloce.

 

Uomini della politica, noi comuni mortali siamo in tempi d’emergenza. Scendete, per favore, dal vostro Olimpo. E fate il lavoro per il quale ci avevate chiesto la nostra delega.

Grazie, presidente Mattarella. Per il suo intervento. Soprattutto perché ci ha ridato un motivo di fiducia e di speranza. Buon lavoro, presidente Draghi. Non si lasci impressionare troppo dai tanti Narciso che la circonderanno. Vuole un consiglio? Regali loro uno specchietto, così, nelle pause dal lavoro che li aspetta, si possono guardare e ammirare. Poi rimettersi a lavorare. Per il bene comune.