VOCE DELLA VALLESINA Settimanale di informazione - Colloqui con lo psicologo - di Federico Cardinali

24 ott 2021

Prefazione

Sii pronto nell’ascoltare
e lento nel dare una risposta.

Se conosci una cosa, rispondi al tuo prossimo,
altrimenti metti la mano sulla tua bocca.

(Sapienza di Sirach – II sec. a.C.)

 

Preferisco morire nel dibattito
piuttosto che nella noia.

(John Shelby Spong)

 

 

 

Due anni, 2019 e 2020, due mondi.

2019, all’insegna di vicende politiche turbolente. Due governi nel giro di pochi mesi. Il primo, sostenuto da un contrattodi centro destra. Nato appena nel giugno dell’anno precedente, cade a settembre. Il secondo, un tentativo di girare verso sinistra. Quanta fatica!

2020, Covid19. Un’invasione di campo mai vista in precedenza. Un viraggio, nella vita quotidiana, che ci ha lasciati tutti col fiato sospeso. Increduli. Incapaci di renderci conto di quanto ci stava capitando.

Rileggendo adesso quanto ci siamo detti in questi due anni, ho risentito passaggi che mentre li stavamo vivendo ci rimettevano in discussione tutta l’organizzazione della vita, personale e sociale. Due ere geologiche. Entrambe, fonte di disorientamento.

 

Ci incontriamo da tredici anni, tutte le settimane. Dal giugno 2008. Non avrei certo immaginato di continuare così tanto tempo. Mi rendo conto che ciò che mi ha retto finora è l’incoraggiamento dei molti lettori che hanno interagito con me in questi anni. Non sempre in accordo con quanto scrivevo. Sempre, però, in un rispetto, reciproco, che diventava stimolo per ulteriori riflessioni.

Fatti di cronaca e attività professionale all’origine di questi scritti. Gli uni e gli altri riletti con quelle due anime che mi abitano. L’attenzione dell’uomo di scienza per la profondità e complessità della mente umana, e la ricerca dell’uomo di religione di far dialogare la mente e l’anima, psicologia e spiritualità. La psicologia non può limitarsi alle ricerche dei laboratori del XIX secolo. Né può fermarsi allo scossone che Freud e Jung le hanno dato nel XIX portandola ad oltrepassare il limite della biologia. Così la riflessione, teologica e religiosa, non può fermarsi a formulazioni dogmatiche costruite nel IV secolo e riproposte, immutate e immutabili, all’uomo contemporaneo.

 

Pronti nell’ascoltare, come scrive Sirach nel II secolo a. C., significa metterci in ascolto delle domande che oggiaccompagnano il nostro viaggio nella vita. Anche quando queste possono mettere in discussione conoscenze (scientifiche) e verità (religiose) consolidate nel tempo, ma lontane da noi, donne e uomini del duemila. Che non sia facile è fuori discussione. Ma che sia la sola strada percorribile per non morire di noia è altrettanto acquisito per me, oggi.

Di più. Ritengo che, come credente, questa sia la risposta che lo Spirito – comunque le diverse religioni lo vogliano chiamare – si attende. Fedeli all’intelligenza e alla consapevolezza di cui siamo dotati. Fedeli alla Vita. E a quella dimensione della vita che chiamiamo Amore. Amore per la ricerca. Amore per la verità. Così lontana, ancora, dall’essere colta nella sua pienezza.

Entrambi i mondi, della scienza e della religione, ci mettono davanti il limite della nostra conoscenza. Ciononostante, c’imbattiamo ancora in uomini dell’una o dell’altra area incapaci di riconoscere che proprio nel limite sta la dimensione dell’umano.

 

Quanto disorientamento di fronte a questa pandemia. Non sapevamo all’inizio dove mettere le mani. Terapie inefficaci e insoddisfacenti, tentativi su tentativi di fermare l’aggressione di un virus che sempre più ci poneva davanti tutta e soltanto la nostra fragilità. Uomini di scienza che cercavano di vendere sentenze risolutorie accanto ad altri, per fortuna i più, attenti a valutare ogni possibile passo nella ricerca di soluzioni.

E gli armamenti più sofisticati che, da una parte e dall’altra, gli uomini della politica rivendicano come base sicura, fonte di potenza e di superiorità, capaci di superare qualunque possibile resistenza del nemico, del tutto inutili di fronte a un nemico tanto potente quanto invisibile. Utili sì forse, per chi, tenendo ancora attivo qualche briciolo d’intelligenza, riesce a cogliere tutta la nostra dabbenaggine e stupidità nell’investire così tante risorse in questo capitolo. E appena qualche briciola per la ricerca scientifica a vantaggio del benessere e della salute.

 

Siamo arrivati ai vaccini. Tra la soddisfazione per l’obiettivo raggiunto e il timore di fronte a possibili effetti non voluti, a breve o a lungo termine. La strada continua. Ce la faremo? Riusciremo anche a ritrovare un equilibrio più sano nella relazione con la natura di cui siamo parte? A riconoscere che non ne siamo padroni. Ma semplicemente parte?

 

L’area della religione. Anch’essa in crisi. Impreparata di fronte al dover fare i conti con la necessità di chiuderci in casa. Senza riti, senza funzioni, privi di momenti comunitari. Riuscivamo a dirci che tutto questo ci avrebbe portati a una purificazione e a un rinnovamento della dimensione religiosa. A saper ritrovare una spiritualità oltre la religione. Meglio, una spiritualità che ridia vita alla dimensione religiosa dell’uomo contemporaneo. Obiettivo non facile. Perché anche quest’area ha bisogno di entrare nello spirito della ricerca. E questa può vivere soltanto quando ci permettiamo di oltrepassare pensieri rigidi e dommatici.

 

Siamo per strada. Il virus è ancora tra noi. Più vivo che mai. La variante delta sempre più veloce nel diffondersi. E proprio questi giorni un nuovo volto: la lambda. Gli epidemiologi avvertono che di questo passo esso è a poche mutazioni dalla sconfitta dei vaccini. E saremmo di nuovo al punto di partenza.

Di qui l’urgenza: aprire il nostro orizzonte, noi popoli benestanti, e convincerci finalmente che possiamo vincere solo se vinciamo tutti, solo se il vaccino lo rendiamo disponibile per la popolazione mondiale. Non c’è alternativa. L’immunità di gregge di cui parlano politici e scienziati si raggiunge solo in una dimensione planetaria. Limitata ai confini di una nazione è un bluff. Un’illusione.

Il virus, maestro implacabile, continua la sua lezione. Saremo buoni allievi noi?

 

 * * *

 

 

Vi ringrazio per la vicinanza con cui mi sento accompagnato.

Ringrazio ancora Voce della Vallesina che mi ospita. L’editore, nella persona del vescovo attuale Gerardo Rocconi, e la direttrice, Beatrice Testadiferro.

Un ringraziamento speciale a Gabriella Guidi che continua con la sua disponibilità a leggere e discutere con me ogni pagina prima che l’invii al giornale.

 

Buona lettura. E buona... Vita!

                                                                                                                      Federico Cardinali