VOCE DELLA VALLESINA Settimanale di informazione - Colloqui con lo psicologo - di Federico Cardinali

27 dic 2020

Per ridare senso a questi giorni di festa

Un Natale nuovo

Non è un Natale facile quest’anno. In realtà non lo erano neppure quelli precedenti. Ma avevamo imparato che tra luci e suoni, tra corse e regali, per non parlare delle piccole o grandi, ma certo infinite, litigate per decidere dove andare per i pranzi e le cene... il Natale lo facevamo passare. Con un sospiro di soddisfazione una volta finite le feste.

 

Che vuoi, Gesù, misurarci con la tua nascita non è mai stato facile. Perché non è facile accoglierti in tutta la tua grandezza. Fossi stato solo un grande maestro, avremmo di sicuro apprezzato la tua nascita. L’abbiamo fatto, e lo facciamo, per altri grandi. Buddha, Confucio, Socrate, Platone... nomi che hanno arricchito l’umanità.

Buddha, il Risvegliato, grande medico dell’anima. Uno psico-terapeuta. Di fronte alla sofferenza ci ha indicato la terapia: sciogliere la mente dall’attaccamento e dalla prigionia dei desideri. Confucio, maestro di politica. Grande politico egli stesso. Specie piuttosto rara ai giorni nostri. Due grandi, vissuti cinque secoli prima di te. Lontani tra loro, come lontane erano allora Cina e India. Poi, cent’anni dopo, Socrate. Siamo nella grande Grecia. Terra feconda di maestri, nel pensiero e nella ricerca della verità. Un educatore. Un saggio. Ci fa misurare con la consapevolezza di non sapere, unica strada per apprendere e coltivare la conoscenza e il dialogo. Pensa, fu accusato di empietà, ateismo e corruzione dei giovani: insegnava che gli Dei non potevano essere come li vedevano e li veneravano i suoi concittadini. Con gli stessi limiti e difetti degli umani. Pure peggiorati, perché amplificati dalla loro potenza. Insegnamento troppo dirompente il suo: infatti non ci hanno pensato due volte, e la condanna a morte non gliel’ha risparmiata nessuno. Proprio come succederà a te. Tu e lui, eretici, per il potere costituito.

 

Natale. Arrivi tu. Un maestro? Sì. Un educatore? Pure. Medico dell’anima. E non di rado anche del corpo. Liberare dalla sofferenza era uno dei pensieri che accompagnavano i tuoi giorni. Il dolore e le infermità umane le lasciavi arrivare al cuore, alle viscere.

Poi hai cominciato a parlare di peccato. E insieme portavi il perdono dal peccato. Qui il disorientamento cominciava a circondarti. Le persone semplici e pulite si sentivano richiamate dalla tua umanità e dallo Spirito che in te si veniva manifestando. Non sarà così, invece, per chi in mano aveva i fili del potere. Il più forte allora, il potere religioso. I Vip, sacerdoti e leviti, farisei e sadducei, spesso in conflitto tra loro, di fronte a te si sono subito coalizzati. Sentir tremare la poltrona su cui siamo seduti non fa piacere. Piccole o grandi, le poltrone cerchiamo tutti di conservarle. Ma di fronte a te gli scranni iniziavano a incrinarsi. Poi... poi sai com’è andata a finire.

 

Torniamo al Natale. Lo sappiamo, è la festa che ci riporta alla tua nascita. Ma davvero ci sei tu nella nostra mente? Lo sai, è inutile che te lo dica. Per la maggior parte di noi è solo una festa per spese e regali e cenoni e pranzi. Vacanze. Campi da sci o viaggi esotici. En passant qualche buona azione che metta in pace la coscienza. Hai sentito? Quest’anno abbiamo anche qualche politico – non viene dalla scuola di Confucio, tranquillo! – che ci assicura che, come ha fatto ogni Vigilia di Natale, andrà “a portare una coperta, una tazza di latte ai più bisognosi”. Chi siano poi questi bisognosi... non saranno i profughi che invadono il nostro Paese!?

Bene, Gesù, questo era il nostro Natale.

 

Naturalmente c’era anche chi cercava di coltivare una dimensione spirituale in questi giorni di festa. Il problema è che quest’anno niente cenoni né pranzi né vacanze né notti brave. Non viaggi esotici. Né resse nei luoghi della spesa. Il virus – che qualche moderno Savonarola vede inviato da Dio per la nostra conversione – ci costringe a casa.

Che dici, non potrebbe essere una buona occasione per ritrovare un po’ di silenzio e un po’ di pace? Magari riusciamo anche ad incontrare te. Ascoltare la tua voce, non gridata, ma sussurro di una brezza leggera.

Perché, tu lo sai, riconoscerti Dio-con-noi non è affatto facile. Più facile è incontrarti come un grande maestro. Anche il più grande. Ma un maestro. Un uomo. Punto. Vedere in te quel Dio che, quando pure ne riconosciamo l’esistenza, ci è del tutto naturale collocare al di fuori e al di sopra di tutto... Gesù, solo con la tua guida ce la possiamo fare.

Non temete, ripetevi spesso ai tuoi amici. Il timore, di fronte alla vita, ci accompagna. Sempre. Quest’anno poi in modo speciale. Temiamo per la salute, temiamo per i nostri familiari. Temiamo per l’economia. Temiamo perché ci vediamo costretti a misurarci con la nostra fragilità. E la nostra impotenza.

Insegnaci a sentire il conforto della tua voce: Buon Natale, fratelli miei.