VOCE DELLA VALLESINA Settimanale di informazione - Colloqui con lo psicologo - di Federico Cardinali

19 lug 2020

Necessario un tempo di silenzio tra una vecchia e una nuova storia

Separati in casa...?

È la persona più dolce e amorevole della mia vita! Così inizia Cecilia, 28 anni. Lui qualcuno di più, 40. È sposato e ha due figli. Un vero incontro d’amore, dice lei. D’innamoramento, penso io. Gianni vive con la sua famiglia. Ma, dichiara continuamente, vivono da separati-in-casa. E se ancora rimane lì è solo perché non vuole lasciare i figli, due. (Naturalmente i nomi e qualche particolare sono alterati: ma se dovessi fare l’elenco di storie come questa, che ho incontrato e continuo ad incontrare, con nomi e particolari molto simili posso riempire... un’enciclopedia).

È la solita storia. Il vecchio rapporto si sta esaurendo, o è già esaurito, e un’altra è entrata nello spazio vitale di lui. Che, però, rimane in casa con la moglie e i figli. Ma tutto di lui, pensieri, affetti, emozioni, i mille messaggi che ne cadenzano la giornata, sono per lei. Il nuovo grande amore.

 

Quando una storia è finita e i due non sanno vedere una strada per ritrovarsi, né hanno più le forze per cercarla, diverse, di solito, sono le reazioni. Lei se ne va. O dice a lui di andarsene. È più difficile che una donna rimanga sospesa: se non vede aree di recupero, se i tentativi fatti non hanno portato nessun cambiamento, se la vita insieme non è più tollerabile, lei non rimane ferma. E la separazione è la strada verso la quale decide di muoversi.

Più fermo è lui. Fermo, cioè immobile. Non è raro, anzi piuttosto frequente, che continui e restare in casa. Con una storia parallela. I piedi su due staffe è più uno stile maschile – almeno dalle nostre parti. È difficile che sia lui a decidere per primo di andarsene dalla casa familiare. Spesso la scusa sono i figli, ma non sono questi la vera ragione. La ragione più autentica è che le due staffe, dal suo punto di vista, non sono poi così scomode. E accanto ad una relazione stanca, sfinita, ne coltiva un’altra. Che, finalmente, gli dà boccate d’ossigeno. E alla nuova fiamma non si stanca di ripetere, ossessivamente, siamo separati in casa, e se ancora abita sotto lo stesso tetto è solo per i figli. Così il nostro Gianni. Così i tanti Gianni italiani.

 

E Cecilia? Anche lei è uscita da una storia che si trascinava da tempo. Qualche mese fa ha deciso di chiudere. Ora è arrivato Gianni. L’uomo più amorevole del mondo. Certo, vive ancora con la moglie. Tutti i giorni e tutte le notti stanno nella stessa casa. Fanno spesa insieme, nei fine settimana escono, loro quattro, e altre famiglie d’amici. Ma sono separati in casa, lui rassicura. Lei è la luce dei suoi occhi. Pensa solo a lei. Fa l’amore solo con lei. È finalmente felice perché la vita gli ha fatto incontrare lei... Quale donna non sarebbe felice di sentirsi dire parole come queste? Chi non vorrebbe vivere emozioni tanto coinvolgenti?

 

Ora, però, ci fermiamo. Un bel respiro. E qualche domanda.

Cecilia ha 28 anni. Ha tutta la vita davanti. Anche Gianni ha tanti anni davanti a sé: se la salute l’assiste, almeno altri quaranta o anche di più. La prima domanda che dovremmo farci è dentro quale progetto intendono muoversi. Lei vorrebbe avere una famiglia. Ci aveva già provato con l’altro, ma le cose non sono andate. Ora finalmente è arrivato l’amore. Quello grande. È vero, sta ancora con la moglie. Ma sono separati in casa. Lui glielo dice. E lei si fida: non sarebbe mai capace d’ingannarla. Così pensa. Così crede. Così è sicura che stanno le cose.

E qual è il progetto di Gianni? Lui una famiglia ce l’ha. Non è il massimo, sono separati in casa. Ma questa casa non l’ha lasciata. Ci vive ancora. Che cosa propone alla sua Cecilia? È innamorato cotto. E la rassicura che è disposto a lasciare tutto per lei. Per vivere con lei. Poi ci ripensa: ma i figli?

 

Gianni, non sono i figli il tuo problema. Il tuo problema è che non sai ancora cosa vuoi fare. E non dico della tua vita, sarebbe troppo adesso. Ma almeno potresti chiederti cosa vuoi fare della tua famiglia. Con la tua famiglia. Stai pensando di passare da una casa a un’altra. Non lo fare: saresti uno sbandato. Prima d’entrare in un nuovo rapporto hai bisogno di ritrovarti. Un po’ di silenzio. Un po’ di solitudine. Hai bisogno di chiederti dove sei, cos’è che ha fatto naufragare la tua coppia, dove vi siete persi, cos’è che non avete saputo portare nella vostra relazione per farla vivere. Se non provi a farti almeno queste domande, stai bluffando: riempi Cecilia, e te, di parole al vento. Di promesse vuote.

Cecilia, Gianni non è separato-in-casa. Gianni è in casa. Con sua moglie. Che non ha il coraggio di lasciare. Perché non ha il coraggio di stare da solo. Almeno un po’. Con se stesso. Con la sua solitudine.

 

Un uomo che passa da una casa a un’altra, da una coppia a un’altra, senza camminare un po’ per la strada, da solo, è in un progetto asfittico. Che nasce morto. E tale sarà anche per la donna che ci casca. E la nuova coppia... quali prospettive?