VOCE DELLA VALLESINA Settimanale di informazione - Colloqui con lo psicologo - di Federico Cardinali

15 nov 2020

Assediati dal virus e da certa superficialità dei mass media

Miopia

Con queste mascherine stiamo imparando a conviverci. Ma è innegabile che stiamo meglio quando possiamo togliercele e, finalmente, respirare in libertà. Ora però non possiamo farne a meno. Fino al punto da doverle ringraziare, perché ce la mettono tutta per proteggere le vie aeree, mie e di chi mi sta vicino, da ospiti sgraditi. E pericolosi. Microscopici esseri che non sanno far altro che agganciarsi a una cellula e moltiplicarsi. Moltiplicarsi. Fino a che uno solo diventa legione. E una legione che passa non porta né vita né benessere. Ha con sé solo energia di distruzione.

Certo, è il suo mestiere. L’unico che un virus sa fare. Il problema è che la sua sopravvivenza è a spese dell’ospite. Indifferente al danno che gli reca. Indifferente perfino al fatto che più ospiti distrugge, più mette a rischio la sua stessa vita.

 

Mi diceva un amico: ci sono due specie che cercano di garantirsi la sopravvivenza distruggendo l’ambiente in cui vivono, il virus e l’uomo. Obiettivo unico del virus è trovare una cellula cui agganciarsi, per vivere e riprodursi. Inconsapevole che più cellule conquista e distrugge, meno riuscirà a trovarne. Ma lui è un virus. Sa fare solo questo. E noi, homo sapiens? Orgogliosi della consapevolezza conquistata, sembriamo darci lo stesso obiettivo: impadronirci dell’ambiente, sfruttarlo per un presunto tornaconto, indifferenti al fatto che il mancato rispetto del suo equilibrio, fino a provocarne la distruzione, ci si ritorce contro. Volendo ignorare, sembra, che ci siamo incamminati su una strada che porterà a giocarci la nostra stessa sopravvivenza. Per il virus è automatismo. Per noi? Usereste voi una parola diversa da miopia, o addirittura... stupidità?

Perché è proprio quanto ci sta succedendo.

 

Secondo il rapporto IPBES 2019 (Intergovernmental Science-Policy Platform on Biodiversity and Ecosystem Services - Piattaforma intergovernativa di scienza-politica sulla biodiversità e i servizi ecosistemici), le pandemie emergeranno sempre più spesso, si diffonderanno più velocemente, uccideranno più individui, e costeranno di più. Tutto questo se non interveniamo per fermare la distruzione dell’ambiente, l'uso intensivo del suolo e il cambiamento climatico. Lo sfruttamento e inquinamento del pianeta che stiamo attuando hanno portato a che un milione di specie, tra animali e vegetali, sono a rischio di estinzione nel brevissimo arco di qualche decennio.

Incapaci di fermarci a riflettere, non ci rendiamo conto che l’impoverimento dell’ecosistema ha, come primo risultato, l’accorciamento delle distanze tra popolazioni e fauna selvatica. Così virus e batteri, microrganismi che nella maggior parte dei casi sono innocui nella specie ospite, riescono a passare più facilmente da una specie a un’altra. E tra le varie specie ci siamo anche noi, l’animale-uomo. Il 70% delle malattie emergenti, tra cui Hiv, Ebola, Aviaria, Sars, sono di origine animale. Compreso Covid19. Sì, compreso Covid19.

 

Cos’altro possiamo dirci? Due pensieri per oggi. Nel contesto di questa ripresa della pandemia che non ci porta sonni tranquilli.

 

Il primo. Passi che un virus dimostri la sua miopia impegnando tutte le sue forze ad aggredire l’ambiente che lo ospita. Inconsapevole che, una volta distrutto il suo habitat, dovrà morire lui stesso, non avendo più spazio vitale. Ma che homo sapiens, anzi due volte sapiens - così noi oggi ci proclamiamo, homo sapiens sapiens - riesca a surclassarlo quanto a miopia, bisogna dirlo: non è una gran bella figura che ci facciamo. E, per onestà, dovremmo cambiare nome. Homo stupidus stupidus è la firma del nostro agire sul pianeta terra.

 

L’altro pensiero. Questi giorni politici, scienziati, stampa, tutti alleati nel bombardarci con numeri su numeri. Telegiornali, dibattiti, interviste, informazioni e contro informazioni... un assedio continuo. Né, per sollevarci un po’, bastano le tragicomiche di Trump o quelle dei nostri piccoli trumpetti che girano con il suo nome sulla mascherina. Se pure proviamo a regalarci un abbozzo di sorriso, arriva subito l’ultimo numero, tra positivi e morti, a spegnerlo.

 

Ormai lo sappiamo come comportarci nell’emergenza attuale: mascherine, igiene delle mani, distanziamento fisico.

Aiutateci piuttosto, uomini della politica e della scienza, giornalisti della carta stampata e della tv, ad ascoltare la lezione che Covid19 ci sta ripetendo. Ossessivamente ripetendo. Restituiamo al nostro pianeta, al nostro ambiente, l’equilibrio che gli appartiene. Ritroviamo la capacità di prendercene cura. È la sola strada che riporterà ciascuno a casa sua. Coronavirus compresi.

Hai visto mai che, spaventati come siamo, iniziamo a... prenderci sul serio?