VOCE DELLA VALLESINA Settimanale di informazione - Colloqui con lo psicologo - di Federico Cardinali

20 dic 2020

All’interno della conferenza stampa tra Macron e Al Sisi

L’uomo e la religione

Sembrava piuttosto surreale lo scambio di battute tra i due presidenti, Macron e Al Sisi, nella conferenza stampa di lunedì scorso durante la visita di quest’ultimo in Francia. Scambio che potremmo titolare «Viene prima l’uomo o la religione?». Ho preso da Le Figaro. La Croix lo vede étonnement, clamoroso. Potremmo sintetizzarlo così.

Al Sisi: un uomo ha il diritto di avere la religione che vuole; ma i valori umani sono fatti dall’uomo quindi possono essere cambiati, mentre i valori religiosi sono di origine celeste, dunque sono sacri e hanno la supremazia su tutto.

Macron: noi consideriamo che i valori dell’uomo sono superiori a tutto; quindi non possiamo mettere al primo posto i valori religiosi, perché se questi prevalgono sui valori dell’uomo, siamo in una teocrazia.

 

E voi dove siete? Fermiamoci un momento, e proviamo a farci questa domanda. Perché ciascuno di noi ha la sua posizione. Non sempre esplicita. Né sempre consapevole.

Certo, ascoltando Al Sisi, se i valori religiosi, che provengono dal cielo, portano uno Stato a cinquanta esecuzioni capitali in un solo mese (ottobre di quest’anno), verrebbe da chiederci chi sia questo Dio. E da quali suoi pensieri venga legittimato un regime simile. È vero che pure in Cina succedono queste cose, ma lì almeno non si coprono sotto le ali di un qualche Dio. Lì è tutto molto chiaro. Dio è il partito.

Un’osservazione su Macron. Nonostante il fatto che il regime di Al Sisi ponga i diritti umani sotto i piedi, Macron si è premurato di rassicurarlo che la Francia continuerà la vendita di armi all’Egitto. Non solo, gli ha anche conferito la Grande Croce della Legion d’Onore, la più alta onorificenza dello Stato. Tutto questo a soli tre giorni dal 70° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani (ONU, 10 dicembre 1948)!

Ma lasciamo ora questi signori, per i quali o religione o ragion di stato, tutto è buono per chiudere gli occhi di fronte agli interessi e ai giochi della politica. E torniamo a noi.

 

Viene prima l’uomo o la religione? ci chiedevamo.

Prima l’uomo, poi la religione. Questo è il mio pensiero. L’essere umano viene prima di ogni religione. Qualunque essa sia. L’uomo è vivo. L’istituzione religiosa è statica, immobile.

Creatura di Dio, con qualunque nome lo conosciamo, è l’essere umano. Hanno origine in Dio le donne e gli uomini, non le religioni. Queste sono espressioni della riflessione che, nelle varie culture e nelle diverse epoche storiche, l’umanità fa nel momento in cui si pone la domanda sulla sua origine e sul fine della sua esistenza. E i libri, che le varie religioni considerano sacri – Bibbia, Corano, Bhagavadgītā, ecc. – sono i testi, scritti dagli uomini, che contengono queste riflessioni.

Se vogliamo usare la metafora del Libro, dobbiamo dire che il Libro scritto direttamente da Dio è l’Universo. In tutte le sue componenti. Galassie, stelle, pianeti, esseri viventi. Fino ad arrivare alla creatura che sovra li altri com’aquila vola. L’uomo. Punto più alto della creazione. Punto che ha raggiunto la capacità di riflettere e di essere consapevole di sé. Dei suoi pensieri. Delle sue scelte.

 

È proprio questa capacità che l’ha portato a ricercare la sua origine. Nello scorrere del tempo e, in un senso ancora più profondo, verso la comprensione del senso della Vita. Le scienze, cui il suo intelletto sa dare vita, ci immettono in una cronologia che si srotola nei 13miliardi e 700milioni di anni dell’universo. La riflessione, filosofica e teologica, ci permette di salire oltre noi stessi, fino ad incontrare il pensiero di Dio. Nessun altro vivente, per quanto oggi siamo in grado di conoscere, ha mai potuto oltre-passare se stesso. Immaginare una dimensione trascendente. Così trascendente da rivelarsi poi in un’immanenza piena e totale.

È così che nasce nella mente umana l’immagine del Dio-creatore. Immagine che, a causa del nostro limite, non possiamo che costruirci a misura nostra. È per questo che le varie religioni gli attribuiscono, privi dei limiti, i caratteri propri dell’umanità. Un genere (maschio e/o femmina), una potenza superiore (onnipotente), una sapienza superiore (onnisciente), una vita piena (immortale), una perfezione che in noi non riusciamo a trovare.

 

Noi cristiani, in questo processo di riflessione, abbiamo un grande Maestro: Gesù di Nazareth, l’uomo che riconosciamo Dio-con-noi. Da lui riscopriamo il valore dell’uomo che è superiore ad ogni istituzione religiosa. Non dice di andare al tempio, a offrire incenso e sacrifici. Sempre ci pone di fronte ai fratelli. La sua religione, se vogliamo chiamarla così, è racchiusa in una parola. Amore. Ama il Signore tuo Dio e il tuo prossimo.[1] Nient’altro. Non sacrifici. Non riti o cerimonie. Semplicemente: quanto fate a uno dei miei fratelli più piccoli lo fate a me.[2] La sua è la religione che pone al centro l’uomo.

Questa è la sua Buona Notizia.[3]In una parola, il suo Vangelo.

 

[1] V. Matteo 22, 34-40

[2] V. Matteo 25, 31-46

[3] Èu (buona) + ànghelos (notizia) = Vangelo