VOCE DELLA VALLESINA Settimanale di informazione - Colloqui con lo psicologo - di Federico Cardinali

6 dic 2020

Radio, tv e Internet. Proposte educative o diseducative?

Informazione da cassonetto

Siete preoccupati perché avete esaurito il bagaglio di parolacce e volgarità, e non sapete dove attingere per ampliare e rinnovare il vostro vocabolario? Tranquilli. Radio24 vi offre, gratis, ripetizioni ad hoc. Sì, Radio24, la radio di Confindustria. Da lunedì a venerdì, tutte le sere, con un programma ad alta cultura di volgarità e maleducazione. La zanzara.

Non ci credete? Provateci una sera. È un orario accessibile a tutti. Tutti significa ragazzi e bambini compresi. Tardo pomeriggio, per un paio d’ore sarete in buona compagnia. Magari prima passate in farmacia e chiedete un prodotto contro il vomito. Prendetene una buona dose, e provate a vedere quanto il vostro stomaco resiste.

 

Vi diranno che è indice di progresso. Progresso di... civiltà, ovviamente! Non siamo più trogloditi e ignoranti com’erano nel dopoguerra. Informare, educare e intrattenere erano allora le parole d’ordine dei programmi radio. John Reith, il direttore della BBC, le indicava come compito proprio della radio pubblica: information, education and entertainment.

Così in Italia nel ’46 prende vita la Radio per le scuole che sarà seguita, quindici anni dopo, dal Non è mai troppo tardi del maestro Manzi. Un programma straordinario che ha dato grande contributo alla conoscenza e divulgazione della lingua italiana, e ha portato alla licenza elementare un milione e mezzo di italiani, prima analfabeti.

Ma oggi siamo qui. Alfabetizzati. Sappiamo tutti leggere e scrivere. Oggi radio e tv hanno arricchito enormemente l’offerta di programmi. Internet poi ha portato un ampliamento nell’informazione in crescita geometrica. E tutti sappiamo molto bene come una crescita quantitativa porti sempre con sé il rischio che la qualità possa disperdersi. Con la conseguente fatica da affrontare e reggere per attivare e sostenerne la ricerca. Nella massa indifferenziata d’informazioni che s’intrecciano e si accavallano le une sulle altre, riuscire a discriminare il bello e il buono, come indicavano Platone e i maestri greci già nel V sec. a.C., diventa una vera impresa. Kalokagathìa dicevano: una combinazione di kalòs (bello) kài (e) agathòs (buono). Sapendo molto bene che accanto al bello-e-buono, da ricercare e coltivare, sempre cammina anche il brutto-e-cattivo. E non nel senso del bellissimo film di Leone, ma nel più prosaico significato di... immondizia. Buona soltanto per riempire i cassonetti dei rifiuti.

Perché qui, credo, andrebbero gettate tante offerte d’informazione.

 

Proprio questi giorni, due prima della giornata mondiale contro la violenza sulle donne, Libero ci offre una dotta riflessione del suo ex direttore in cui si dà per scontato che, se una ragazza ha bevuto un po’ troppo o si è fatta, è normale che un uomo (maschio) approfitti di lei. E ne faccia ciò che vuole. Tanto più se quest’uomo è ricco e famoso. È il solito, vecchio, trito e ritrito, se l’è cercata! che riemerge, subdolo, nel pensiero maschilista che ancora impregna di sé la cultura dominante. Sempre, di fronte a uno stupro, di sicuro... lei ci ha messo del suo. Un altro esempio di informazione da cassonetto. Ma non basta. Proprio il 25 novembre, ripeto giornata mondiale contro la violenza sulle donne, la Rai, con Detto Fatto, ci propone uno sketch per insegnare alle donne come far spesa al supermercato in modo sexy. Ci mancava! Soprattutto in questo giorno.

 

Mi chiedo se ci permettiamo mai un momento di riflessione. Per osservare fatti. E comportamenti. Non sarebbe fuori luogo se guardassimo questi episodi come uno specchio in cui possiamo cogliere quali sono i valori che, in pieno duemila, guidano ancora il nostro pensiero. E di conseguenza il nostro agire.

Per riprendere l’inizio di oggi, non vi nascondo che vedere Confindustria che nella sua radio propone un programma come La zanzara mi sorprende. Il suo Sole 24ore è un giornale di grande serietà e competenza, punto di riferimento, soprattutto in tema di economia e finanza. Che con la sua Radio24, diffusa su tutto il territorio nazionale, faccia uno scivolone di questo genere... mah, che vi devo dire? Può darsi che qualcuno degli associati nostrani ci sappia spiegare e illustrare le ragioni che lo supportano.

 

Vi diranno: ma la radio e la tv si possono spegnere o più semplicemente si può cambiare programma. Certo. Internet è più difficile spegnerla. Altro che un sestante ci vorrebbe per non perderci nel suo oceano tra verità e balle...

Mio timore è che noi, popolo civile ed evoluto, confondiamo la libertà di pensiero e di parola con la licenza di dire qualunque cosa in qualunque momento. Anche se questa suona offesa ad altri. Non possiamo dimenticare che libertà significa responsabilità.

La mia libertà termina dove inizia quella dell’altro, s’insegna a scuola. Non vale anche nella vita?