VOCE DELLA VALLESINA Settimanale di informazione - Colloqui con lo psicologo - di Federico Cardinali

14 apr 2019

Domande, riflessioni per la settimana santa

Vide, e passò oltre

Oggi inizia la settimana santa. La settimana in cui noi cristiani proviamo a rivivere la profondità delle ultime giornate di Gesù di Nazareth. Domenica prossima sarà Pasqua. Ma sarà davvero un giorno di Resurrezione?

 

Tra i tanti racconti che Gesù amava costruire per rispondere ai suoi interlocutori – discepoli, persone che lo seguivano colpite dalla novità del suo insegnamento, avversari anche, custodi attenti del potere religioso tenuto saldo nelle loro mani, che facevano del tutto per ostacolarlo e opporsi a quanto veniva portando – ce n’è uno, duro, terribile. Ed estremamente attuale. Troppo attuale.

Così scrive Luca: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e cadde nelle mani dei briganti che gli portarono via tutto. Lo percossero a sangue, e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto».[1] Non campi di concentramento libici. Non trafficanti di uomini. Semplicemente briganti. Ai tempi di Gesù le migrazioni erano veramente contenute. Giusto i romani ce la mettevano tutta per conquistare nuove terre e sottomettere altri popoli.

Che succede a questo poveraccio rimasto mezzo morto sulla strada? «Per caso un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un levita, giunto in quel luogo, vide e passò oltre».

Il sacerdote, il levita erano uomini di potere. Nelle loro mani erano la religione e il governo della nazione. Sì, un po’ offuscati e ostacolati dai romani, ma sempre punti di riferimento per il popolo. Erano gli uomini di governo. La gerarchia religiosa. Per religione e politica, allora, la parola separazione era ancora di là da venire.

 

È quel Vide e passò oltre che continua a risuonare nella mia mente. E insieme risuonano Alan Kurdi, Mare Jonio, Diciotti, Aquarius, Lifeline, Sea Eye... Un elenco innumerevole di navi cariche di uomini e donne mezzi morti. Noi vediamo. Il mio timore è che anche passiamo oltre.

Solo per restare in Italia, non è difficile accorgerci che ci siamo scelti come guide ministri, pronti a fare gli sbruffoni, e altrettanto a correre sotto le sottane di mamma-senato, e giovani onorevoli So tutto io. E lasciamo nelle loro mani... quel poveraccio mezzo morto.

E l’Europa? Spalleggiandoci a vicenda, tra una nazione e l’altra, ce la stiamo mettendo tutta per impedire che nel Mediterraneo siano presenti navi delle Organizzazioni non governative. Non essendocene più, chi potrà vedere le carrette dei migranti che comunque continueranno a muovere verso l’Europa? Eppure sappiamo bene cosa significhi per le tante migliaia di profughi restare imprigionati nei campi libici. Lo sa l’Europa. Lo sanno le Nazioni Unite. Ma cosa facciamo?

Non sembra a voi che anche l’Europa per caso passava per quella strada, vide e passò oltre? Che anche l’ONU per caso passava per quella strada, vide e passò oltre?

 

Ancora. Due settimane fa a Verona il Congresso Mondiale della Famiglie. Non entro oggi nel merito di quanto s’è discusso, sia dentro sia fuori da quella sala. Ci torneremo, con più calma. Oggi lo cito solo perché a me pare che anche questo Congresso, che si occupava di famiglie, vide e passò oltre. Meglio, forse neppure vide. Tanto era occupato e affannato nel tutelare la famiglia naturale. Quella che vive nella sua casetta, con porte e finestre sbarrate, senza la capacità, non dico di un po’ di com-passione, ma neppure di vedere le altre realtà. Non una parola, a Verona, sulle famiglie dei migranti, per esempio. Sui minori non accompagnati che salgono in quei gommoni e che noi, cultori della famiglia naturale, continuiamo a respingere o tenere segregati. Non una parola sulle famiglie divise da frontiere, diventate invalicabili, perché abbiamo deciso che i loro membri sono pericolosi per la nostra sicurezza. Sul diritto al ricongiungimento familiare dei richiedenti asilo, di fatto negato dalle norme vigenti, sempre in nome della medesima sicurezza. Nostra, naturalmente!

 

Il racconto di Gesù, però, prosegue. Solo che per trovare chi si prenda cura di quel poveraccio mezzo morto deve uscire dalla nazione. Deve uscire dalla religione. E trova un extracomunitario. Tali infatti erano considerati i samaritani. «Invece un samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli medicò le ferite versandovi olio e vino, poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui».

Non so dove sono andati a finire i samaritani, oggi. Il nostro silenzio. Le porte e le finestre sbarrate. Il lasciar gestire il tutto nelle mani di questi uomini di governo. Il consenso con cui continuiamo a gonfiarli. Non saremo anche noi tra coloro che... vedono e passano oltre?

 

Questa settimana è un buon tempo per ascoltare questa domanda. Almeno noi che ci diciamo cristiani. E per cercare, nel silenzio del nostro cuore, la risposta.

 

[1] Luca 10,25-37