VOCE DELLA VALLESINA Settimanale di informazione - Colloqui con lo psicologo - di Federico Cardinali

3 mar 2019

Goccia a goccia ci somministrano il veleno della xenofobia

Razzismo? Sì, grazie

Tanto tuonò che piovve! Si racconta che Socrate disse queste parole quando Santippe, sua moglie, dopo avergli gridato chi sa quali improperi senza ricevere la minima attenzione, gli gettò addosso un vaso d’acqua – o di qualche altro liquido, dicono i maligni.

E noi, a forza di Prima gli italiani, Prima gli italiani, Prima gli italiani, una litania che ci sentiamo ripetere in ogni occasione e ad ogni ora del giorno, non sentivamo anche noi che ci mancava ancora qualcosa? Ecco, è arrivato. Ammazza al negar (ammazza il negro), scritta, con svastica al seguito, sul muro della casa di una famiglia di Melegnano che ha adottato un ragazzo del Senegal. E da una scuola di Foligno la notizia che un insegnante, rivolgendosi ad una bambina di colore di 9 anni, la chiama scimmia. E, come se non bastasse, il giorno dopo, sempre lo stesso, dopo aver fatto mettere il fratellino di 11 di fronte a tutti i bambini della 5a, dice: Bambini, guardate com’è brutto! Un esperimento, lui l’avrebbe definito.

Saranno le autorità competenti a valutare i fatti. Certo è che le dosi di paura e di veleno contro gli immigrati, responsabili di ogni male di cui soffre l’Italia, che certi governanti ci stanno somministrando giorno dopo giorno, non può che portare a episodi di questo genere.

 

È il diverso che c’inquieta. Eppure basterebbe riflettere appena un po’ e ci accorgeremmo che tutti siamo diversi. La natura è così ricca che dà a ciascuno di noi un’originalità unica. Assoluta. Capelli, naso, occhi, altezza, peso, colore della pelle, degli occhi; intelligenza, memoria, abilità, carattere...

 

Due anni fa l’Università di Milano somministrò a 2mila italiani un questionario. Iniziava con queste domande: “La cultura italiana è sicuramente superiore a quella dell’Africa”, sì o no? “Il livello di sviluppo del cervello dei bianchi è superiore a quello dei neri”, sì o no? Quasi il 5% ha risposto a entrambe le domande. Razzismo? Xenofobia? Ignoranza? Cattiveria? Stupidità? La preoccupazione è che oggi, secondo gli esperti, la percentuale sarebbe assai maggiore. E non è difficile immaginarlo.

La società moderna è molto più complessa rispetto a quanto fosse anche solo qualche decennio fa. Ciò fa sì che il livello medio di conoscenza e competenza dei singoli individui non sia più all’altezza di sviluppare un grado di comprensione sufficiente a cogliere adeguatamente le questioni che siamo chiamati a valutare. Così, dovendo noi comunque prendere una posizione, nelle votazioni per esempio, criterio di valutazione non saranno più la conoscenza e la competenza, ma il livello di persuasione. Che si forma in base alla capacità e alla forza comunicativa del politico di turno e dei mezzi d’informazione di cui dispone. Di conseguenza non sarà più la verità delle cose a guidarci nelle nostre scelte: sarà piuttosto il livello di persuasione che ai vari imbonitori abbiamo lasciato costruire nella nostra mente.

 

Ecco il perché del Tanto tuonò che piovve. Finché certi palloncini che ci governano, venditori di paura, continueranno ad essere gonfiati dai numeri dei sondaggi, saremo rimpinzati delle presunte verità che ci propinano. E se continuano a ripeterci che i potenziali immigrati che assediano i nostri porti e invadono le nostre città sono la causa di tutti i mali, la nostra mente, se non mantiene un sufficiente livello di autonomia di giudizio, ingerirà facilmente questo veleno. E nelle nostre scelte sarà sempre più frequente che a guidarci sia il livello di persuasione di massa, piuttosto che la conoscenza della verità.

 

Abbiamo un grande bisogno di fermarci e di respirare. Guardiamoci. Sembriamo un popolo di immunodepressi che di fronte al virus della xenofobia – la paura dello straniero, del diverso – ci scopriamo indifesi. Non in grado di accorgerci che dalla xenofobia al razzismo il passaggio è molto breve: ritenerci razza superiore e più evoluta rispetto agli extracomunitari. Non è questo in fondo che ci viene indotto con la solita, ripetitiva e monotona litania Prima gli italiani? Ci sorprendiamo allora dell’Ammazza al negar in quella cittadina del milanese o del Bambini, guardate com’è brutto! che dice il maestro indicando il bambino di colore ai suoi compagni?

 

È urgente trovare lo spillo per bucare il pallone gonfiato dai numeri dei sondaggi. Non è impresa facile. Ma non impossibile. L’ago si trova nella scatola della... consapevolezza.

Lo scorso anno una mia alunna di 5a elementare, scrive un maestro, dopo un’appassionata discussione disse: “Dobbiamo aver paura dell’ignoranza”; e conclude: Mi piacerebbe abitare un paese capace di ascoltare la saggezza dei bambini.