VOCE DELLA VALLESINA Settimanale di informazione - Colloqui con lo psicologo - di Federico Cardinali

22 apr 2018

Se tutti i bambini del mondo potessero parlarsi...

Hai visto gli alberi d’inverno?

Hai visto gli alberi d’inverno?

Per me sembrano chioschi di neve.

Hai visto il cielo che grandinava nevischio?

Hai visto la pioggia distruggere la neve?

Hai visto un mare bellissimo come il sole?

Hai visto un ghiacciolo congelato

Distruggersi a causa della pioggia?

 

Sì, Leo, li ho visti. Abbiamo visto tutti. Ma tu forse ancora non sai, perché i tuoi 8 anni non te l’hanno detto, che noi grandi – meglio, noi adulti – siamo capaci di vedere senza guardare.

Era ancora inverno. Con un foglietto mezzo stropicciato e con qualche correzione, arriva Leo e lo porta al nonno. È con lui che passa il pomeriggio. Insieme studiano e fanno i compiti. Che fatica per il nonno che deve ristudiare tutto: questa scuola moderna lo disorienta. E più volte si chiede come faranno quei genitori o quei nonni che sono meno attrezzati di lui. Poi, però, non manca di aggiungere che lavorare con Leonardo è un grande regalo che la vita gli ha fatto. E continua a fargli.

 

Sì, Leo, noi vediamo. Ma che fatica guardare! Per guardare dobbiamo fermarci. Respirare. Pensare. E ascoltare. Noi stessi, primo di tutto. Perché è vero, il mondo ci parla. La natura ci parla. D’inverno, quando tu hai visto gli alberi e la neve, il cielo e la pioggia, il mare bellissimo come il sole. E nelle altre stagioni. Mi chiedo quante cose vedrai questi giorni che le piante, i fiori, la luce e il mare sembrano risvegliarsi e cantare con la Vita. Mi chiedo che cosa i tuoi piccoli grandi occhi ora sanno vedere. Con quella profondità che ti appartiene. E ti fa sentire parte di quanto ti circonda.

 

Guardando te, provo a pensare. Se tutti i bambini del mondo potessero parlarsi, e se gli orecchi di noi adulti sapessero ascoltare, pensi tu che continueremmo con tutti questi disastri? Gli uni contro gli altri, al solo scopo di dimostrare chi è più forte. Due milioni e mezzo di bambini, come te, nella sola Siria non sanno cosa sia un albero d’inverno. Né il mare. Né il sole. Quei bambini, alla tua età, conoscono la luce di un’esplosione o il rumore d’un missile o lo strepitio d’una mitragliatrice. Sanno che ci sono dei giochi, belli come quelli che hai tu nella tua cameretta. Ma traditori. Perché invece che farli divertire, tagliano loro le gambe, le braccia, le mani. Quando poi non decidono di prendersi la loro giovane vita.

Sai cosa diceva della guerra un poeta francese del secolo scorso? La guerra è un massacro tra persone che non si conoscono, a vantaggio di persone che si conoscono, ma non si massacrano.[1]

Forse per te è difficile capire fino in fondo la drammatica verità di queste parole. Lascia adesso che io richiami qualche nome alla memoria di noi adulti. I tuoi genitori, le maestre. Anche tuo nonno. Quello con cui condividi così tanto tempo. Piacevole, perché siete legati da un bene profondo, ma anche faticoso, quando v’imprigionano i tanti compiti con cui esci da scuola.

 

Forse che Donald Trump o Vladimir Putin o Bashar al-Assad o Tayyip Erdoğan o Kim Jong-un; Emmanuel Macron o Theresa May, novelli piccoli cowboys, risvegliatisi questi giorni con il cinturone carico di proiettili pronti a punire il cattivo di turno... Forse che questi signori osano sfidarsi a duello? Loro si conoscono, quindi non si massacrano. Mandano altri, che non si conoscono, a massacrarsi per loro. Erano altri tempi quelli di Ettore e Achille, di David e Golia, o più modestamente di Alfredo e il barone Douphol nella nostra Traviata. Mille volte più coraggiosi. Sapevano rischiare in prima persona.

 

Vedi, Leo, questi signori fanno la voce grossa. E giocano, da incoscienti e irresponsabili, sulla pelle dei popoli che hanno affidato loro il compito di governare il mondo.

È una vecchia storia questa. I potenti – cioè quei signori che hanno in mano il potere – si ritengono da sempre unici detentori del diritto alla parola. Storia vecchia, ti dicevo. Eppure più di duemila anni fa, in qualche angolo della terra, gli uomini avevano già compreso la forza della parola dei bambini. In un’antica poesia un tale, uomo o donna non sappiamo, parlando con il suo Dio lo ringraziava e lo lodava: «Con la bocca dei bambini e dei lattanti hai fatto una difesa contro i tuoi avversari, per ridurre al silenzio nemici e ribelli».[2] E Gesù, che forse stai conoscendo proprio questi giorni visto che ti stai preparando alla prima comunione, agli uomini di potere che gli dicevano di far tacere i bambini che gridavano facendogli festa, aveva risposto: «Io vi dico: se questi taceranno, grideranno le pietre».[3]

 

Immaginiamo che tutti i bambini del mondo potessero parlarsi e noi adulti ascoltare. Non ritroveremmo tutti, in noi stessi, la capacità di vedere... gli alberi d’inverno e i boccioli in primavera?

 

[1] Paul Valery

[2] Salmo 8,3

[3] Luca 19,40