VOCE DELLA VALLESINA Settimanale di informazione - Colloqui con lo psicologo - di Federico Cardinali

6 dic 2015

Per non inciampare nella corsa ai regali

Un regalo intelligente

Mamma mia, è già arrivato Natale! Oppure: Che bello, arriva Natale! Tutti ci ritroviamo in questi pensieri: chi più vicino all’uno, chi più all’altro. Una cosa, triste, li accomuna: una sorta di riduzione del Natale. Natale, una corsa ai regali. Sembra impossibile scamparne. Tanta gente vedremo che passa da un negozio all’altro, da una spesa all’altra. È vero, i bambini l’aspettano. E noi adulti non disdegniamo di ricevere qualcosa... qualcosina, magari.

 

È anche bello fare un regalo. Il tempo per pensarlo, il tempo per trovarlo, quel po’ di sacrificio per la spesa sono già un regalo per chi lo riceverà. E per chi lo fa è anche un modo per essere vicini fin da quando il pensiero inizia ad attivarsi. In fondo il tempo che spendiamo per pensare, per cercare e per acquistare quell’oggetto è già un tempo condiviso. Nella nostra mente. Nel nostro cuore. Mentre scegliamo, non è un po’ come essere già insieme?

 

Cos’è allora che certe volte fa diventare faticoso il tempo dei regali? Sicuramente pesa quella sorta di dovere, quasi un compito, a scadenza di calendario. Poi c’è il solito problema: che cosa fare. Andrà bene quello che ho pensato? Gli piacerà? Eh, non è facile indovinare dove sta l’altro. Dove sta davvero. Tutti abbiamo fatto l’esperienza di regali inutili. Qualcuno avrà provato anche a riciclarli, passandoli a qualcun altro alla prima occasione. Finché funziona... basta non ridarli a chi ce li ha dati! Sai, la distrazione, la memoria corta o affaticata possono fare brutti scherzi.

 

Ma proviamo, adesso, a ragionare un po’ insieme. E a scambiarci qualche dritta.

 

Che tutti, o quasi, siamo catturati e sedotti dal fascino della tecnologia, novella sirena del XXI secolo, è un dato quasi scontato. Ma stiamo svegli, è un fascino pericoloso.

Chiunque i lidi incautamente afferra
delle Sirene, e n’ode il canto, a lui
né la sposa fedel, né i cari figli
verranno incontro su le soglie in festa
.

Così Circe mette in guardia Ulisse che, con i suoi compagni di viaggio, dovrà passare vicino alla terra che esse abitano. Il loro canto è forte e bello. Pieno di fascino. Così, mentre agli altri chiude le orecchie con la cera perché non sentano, lui si fa legare all’albero della nave, con l’ordine di non scioglierlo in alcun modo, anche se fosse lui stesso a ordinarlo. La consapevolezza che il fascino di quel canto sarebbe stato più forte della sua volontà lo salva dal pericolo. Così ad Itaca potrà arrivare, e lì ritrovare la sposa fedel e il caro figlio che l’aspettano.

 

Quale cera mettere allora nelle nostre orecchie, o a quale albero farci legare per non soccombere al canto della dolce e affascinante sirena-tecnologia?

Semplice: entriamo in una libreria. E lì ascolteremo un altro canto. Anch’esso dolce. Molto più tenue dei bip bip dei telefonini e molto più soffuso delle luccicanti App con cui tentano di catturarci. Ma tanto più sano. E saggio.

 

Per Natale regaliamo un libro!

 

Esso ci parla di stabilità e di consistenza. La pagina di un libro non è così volatile come quella sul computer o sullo smartphone, che, appena aperta, subito si lascia abbandonare per un’altra poi un’altra poi un’altra ancora. Al punto che dopo solo qualche minuto non ti ricordi più neppure da dove eri partito e che cosa eri andato a cercare.

Il libro, la carta, le pagine che si lasciano toccare e accarezzare dalle mani e annusare con il loro odore d’inchiostro o di polvere, non scappano. Essi stanno lì. Ad aspettare che tu ritorni. Per parlarti. Per chiederti cosa ne pensi di ciò che ti stanno dicendo. Per proporti addirittura di dialogare con loro, magari con una matita in mano, che li segna, ne evidenzia alcune parole, ne critica altre.

È bello avere in mano un libro. Perché è vivo. Ti parla. E, soprattutto, sa aspettarti. Sa aspettare che tu possa fermarti un momento. Per stare con lui. Che poi significa stare con te. Perché tu e lui siete vivi. E potete condividere parole, pensieri, domande, risposte, nuove domande.

Sa accompagnarti perfino nel prendere sonno.

 

Regaliamo un libro ai bambini. È un buonissimo ‘farmaco’ per la loro agitazione. E per la nostra. Proviamo ad ascoltare la dolcezza di un tempo condiviso con loro a sfogliare le pagine che ne alimentano la fantasia e ne nutrono l’attenzione.

Regaliamo un libro ai ragazzi. Sempre di corsa, con gli occhi prigionieri dello smartphone o del computer. Tra Facebook e videogiochi. Con il cervello bombardato e il respiro corto.

Regaliamo un libro agli adulti. Ogni volta che lo apriranno saremo insieme. E accarezzeremo i loro pensieri.

Regaliamo un libro a noi stessi. Sarà un tempo di pace quello che condivideremo con lui. Un tempo di ascolto. Di serenità.

Un libro è davvero... una spesa intelligente!