VOCE DELLA VALLESINA Settimanale di informazione - Colloqui con lo psicologo - di Federico Cardinali

2 ott 2015

Gabriella Guidi

Presentazione

Mi ha sorpreso l’invito di Federico Cardinali a scrivere una presentazione a questo 3° volume che raccoglie le sue conversazioni con i lettori di Voce della Vallesina negli anni 2013 e 2014. Subito gli ho detto no, spiegando che non avrei saputo aggiungere altro a quanto già c’eravamo detti, di settimana in settimana, man mano che gli articoli andavano al giornale. Ma proprio perché l’hai visto nascere, pagina per pagina, chi meglio di te può presentarlo ai lettori? Mi dice. Ci ho pensato su qualche giorno, poi mi sono detta che avrei potuto provarci.

Nasce così questa pagina di presentazione.

 

Federico ed io ci conosciamo ormai da una vita: lavoriamo insieme da quarant’anni. Era il 1975 quando iniziammo la nostra attività professionale, lui come psicologo e io allora come assistente sociale, in un servizio che il Comune di Jesi stava mettendo in piedi per seguire la chiusura della scuola speciale e l’inserimento dei suoi alunni nella scuola di tutti: erano chiamate così le scuole dove venivano mandati tutti i bambini ‘portatori di handicap’, come si diceva allora. Il Comune di Jesi aveva anticipato una scelta che avrebbe dovuto aspettare ancora due anni perché si concretizzasse in una legge nazionale (L. 517/1977) che avrebbe finalmente messo la parola fine alle classi differenziali e alle scuole speciali, riconoscendo a tutti i bambini il diritto a frequentare la scuola di tutti.

 

Ci sono due pensieri, ora, che voglio dirvi, a proposito di questo libro.

 

Il primo. Questo libro (come i due che l’hanno preceduto) è un libro speciale. È un libro per chi non legge i libri. Vi sembrerà una contraddizione, ma non lo è. Spesso le persone si tengono lontane dai libri perché ne hanno soggezione, temono che siano difficili – e spesso lo sono – oppure noiosi, pieni di ragionamenti complicati, di citazioni di autori o di studiosi, soprattutto quando si tratta di argomenti che riguardano la vita. E La mente e l’anima riguarda la vita. La vita di tutti.

Ma in questo libro basta leggere tre pagine. Ogni volta, in sole tre pagine, l’autore riesce a dire un pensiero, importante, dall’inizio alla fine. Con un ragionamento chiaro, con parole esatte e semplici nello stesso tempo, comprensibili a tutti, sia a chi è ancora immerso negli studi sia a chi è ormai lontano dagli anni della scuola.

È un libro che porta tante gocce. Nate di settimana in settimana, da gustare nella loro freschezza, nella loro semplicità e nella loro completezza. Consapevoli che goccia dopo goccia fanno i fiumi. E questi, insieme, il mare.

 

L’altro pensiero che mi ha fatto accettare l’invito di Federico è la ricchezza degli argomenti. Lui ha anche cercato di costruire una guida alla lettura nell’Indice per Argomenti che ha collocato alla fine del volume. Guida preziosa e utile per chi vuole muoversi con maggiore agilità passando da un articolo a un altro senza perdere un filo conduttore. Ma la cosa che più trovo interessante, e importante, è il tentativo che egli fa di far dialogare tra loro pensieri, culture e scienze che troppo spesso restano lontani gli uni dagli altri, e disattenti a quanto ciascuno e ciascuna è in grado di portare di proprio nella conoscenza dell’umanità.

 

La mente e l’anima sono spesso territori di conquista da parte di studiosi, e di discipline, che arrivano anche con la presunzione di esercitare su di esse un monopolio, una sorta di esclusività nell’aprire, e nello chiudere, campi di conoscenza specifici. L’anima, proprietà spesso delle religioni, la mente, area della psicologia con le sue mille scuole, rischiano nel concreto di non trovare un terreno d’incontro. Di frequente nel mio lavoro mi ritrovo con persone che temono di parlare di religione o di spiritualità con il proprio psicoterapeuta, o che non se la sentono di dire al sacerdote che incontrano, magari in occasione del catechismo dei loro bambini, che stanno andando dallo psicologo.

 

Lo stimolo che Federico Cardinali porta nei suoi scritti è davvero prezioso. La mente e l’anima, per lui, non sono ‘parti’ separate, ma ‘aspetti’ dell’essere umano che possiamo cogliere collocandoci di volta in volta nei diversi punti di osservazione. In un movimento che ha necessità di essere continuo.

Del resto non poteva che essere così. La sua formazione e la sua storia personale lo portano a cercare continuamente punti d’incontro. Filosofia e teologia da una parte e psicologia e scienze umane dall’altra nelle sue mani non sono che strumentiattraverso i quali guardare, di volta in volta, l’umanità, nel tentativo continuo di avvicinarsi alla complessità e alla ricchezza dell’essere umano.

 

Un altro aspetto che voglio sottolineare è la sua libertà di pensiero. Che si esprime nella preoccupazione continua di essere fedele all’uomo prima che alle dottrine e alle regole, da qualunque parte esse vengano. Nella preoccupazione di collocare, a fondamento delle sue riflessioni, la capacità di ragionare e di farsi domande, ritenendo questa un dono della Vita. Con il coraggio di spingersi ancora oltre, quando dice di poter chiamare la Vita con il nome di Dio, che egli continuamente rappresenta Padre-e-Madre di tutti i viventi.

 

Il sabato è diventato un rito: prima o poi arriva sul mio computer l’articolo di Federico con la richiesta di dirgli le mie osservazioni. Nel contenuto e nella forma. Spesso lo sento preoccupato di non essere sufficientemente chiaro e completo. Certe volte lamenta la ristrettezza dello spazio che un articolo di giornale necessariamente richiede, perché secondo lui ci sarebbero tante altre cose da dire su quell’argomento. Altre arriva con l’urgenza di dover dire certi pensieri, accompagnata però dalla preoccupazione di presentarli in modo da non urtare la sensibilità di chi a quei pensieri non vorrebbe dare neppure il diritto alla parola.

 

Nella nostra Scuola di Specializzazione per psicoterapeuti noi diciamo agli allievi che essi vengono a bottega perché solo nel confronto continuo tra esperienze e nel dialogo con chi di esperienza ne ha più di te, può nascere e consolidarsi una professione così particolare come quella che essi desiderano apprendere. Non fa così del resto anche un chirurgo o un idraulico o un musicista o un falegname?

Gli scritti di Federico Cardinali nascono a bottega. Essi prendono origine dall’incontro con un allievo o con un paziente, da una notizia di cronaca o dalla discussione con un collega. Dalla lettura di un libro o dalle parole di un bambino. E il confronto tra noi, continuo, è ogni volta un arricchimento per me. E mi auguro che lo sia anche per lui... E per voi!

Buona lettura a tutti.

 

GABRIELLA GUIDI è Psicologa psicoterapeuta e Assistente Sociale. Condirettrice dell’Istituto di Terapia Familiare di Ancona.