VOCE DELLA VALLESINA Settimanale di informazione - Colloqui con lo psicologo - di Federico Cardinali

14 dic 2014

Scuol@ 2.0

Adesso sì che i nostri bambini e i nostri ragazzi potranno diventare donne e uomini veri! Civili, maturi, responsabili. Aperti al mondo e alla vita. Solidali con chi è nel bisogno. Intelligenti e capaci di costruire una società nuova, dove non ci saranno più né ingiustizie né violenze. Meno ancora ci saranno uomini che violentano le donne, né uomini che uccidono le donne.

Abbiamo la scuol@ 2.0! (Per chi non sapesse, si legge scuola due punto zero).

Che cos’è? È la scuola digitalizzata. La scuola fondata sulle nuove tecnologie. È la nuova scuola!

 

Una volta a scuola c’erano i libri. Nella scuol@ 2.0 non ce ne saranno più. Perché? Che domande, ma perché il libro è roba da... età della carta!

Avete presente i Flintstones? Fred, Wilma, Barney, Betty... quelli dell’età della pietra. I testi di storia ci dicono che ancora gli uomini non sapevano che cosa fosse la scrittura. I Flintstones, molto evoluti, magari usavano libri... di pietra per i loro bambini. E noi, appena un po’ più evoluti di loro, fino ad oggi abbiamo usato libri... di carta.

Ma ora arriva la grande rivoluzione! E come i nostri antenati, 8-10mila anni fa, hanno superato l’età della pietra, noi oggi – finalmente! – possiamo superare l’età della carta! Siamo entrati nell’età del digitale.

Andate sul sito del MIUR (Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca) e, tra le tante parole dotte, troverete annunciato: «L'innovazione digitale rappresenta per la scuola l'opportunità di superare il concetto tradizionale di classe, per creare uno spazio di apprendimento aperto sul mondo nel quale costruire il senso di cittadinanza e realizzare “una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva”, le tre priorità di Europa 2020».

 

Non siete anche voi entusiasti che i nostri bambini e i nostri ragazzi non avranno più un libro in mano, ma solo smartphone, tablet e computer? Che non avranno più bisogno di imparare come si tiene in mano una matita o una penna, né dovranno più faticare per imparare a disegnare sulla carta quegli strani segni (!) che ancora usiamo per scrivere una lettera, una poesia, una dichiarazione d’amore sui muri o semplicemente... la lista della spesa?

 

Io no, non sono per niente entusiasta nel vedere nei nostri ragazzi i nuovi analfabeti del XXI secolo!

 

Due pensieri, allora.

Il primo nasce su una brutta storia. Proprio questi giorni ho incontrato due genitori, allarmati perché qualche giorno prima un insegnante, nella classe del figlio 11enne, si vantava di essersi trovato, insieme con un suo amico, davanti a un tale che chiedeva l’elemosina. Lui e l’amico gli si sono avvicinati, gli hanno rubato quei quattro spiccioli che qualche passante aveva messo nella sua ciotola, e ci sono andati al bar per fare colazione. Grande risata in classe...

Un tempo gli insegnanti erano educatori con i loro alunni. Ma forse questo valeva nell’età della carta. Quando, oltre che fornire conoscenze, un insegnante si preoccupava di aiutare gli studenti a diventare cittadini. Civili, responsabili, rispettosi.

Il pericolo, a mio parere, è che nell’età del digitale all’insegnante si chiederà sempre più di diventare un esperto nell’uso e nell’insegnamento delle nuove tecnologie. Con il rischio, però, che il suo valore e la sua dignità si misureranno sulla sua abilità di ‘giocare’ con i computer. E sarà sempre più solo e abbandonato a se stesso nel potenziare la capacità di prendersi cura del processo educativo e formativo dei suoi alunni.

 

Il secondo pensiero.

A Natale siamo ormai abituati a farci dei regali. A volte intelligenti, molte volte insignificanti o inutili. Allora mi permetto un consiglio. Non regalate ancora aggeggi elettronici ai vostri figli: ne hanno già tanti e non c’è affatto bisogno che abbiano l’ultimo modello di ‘telefonino intelligente’ (= smartphone). Regalate un libro.

Se non sapete quale scegliere, entrate in libreria e fatevi consigliare. Oppure chiedete all’insegnante: di insegnanti-educatori ce ne sono ancora molti nella nostra scuola. Potete regalarne uno anche al vostro compagno o alla vostra compagna di vita.

Un libro dice tante più cose di un... telefonino. Un libro aiuta a respirare, a ragionare, a vivere. Ci cura dalla fretta e dall’ansia di passare da un click all’altro in una sorta di sindrome compulsiva che ti toglie il respiro.

Un libro non ci ruba il tempo, perché esso sa parlare alla mente e sa parlare al cuore.