VOCE DELLA VALLESINA Settimanale di informazione - Colloqui con lo psicologo - di Federico Cardinali

3 ago 2014

Nel nostro paradiso (5)

Ci siamo presi questo mese per respirare un po’. E abbiamo chiesto aiuto alla natura con i suoi fiori e i suoi alberi. Che si prendono cura di noi regalandoci tanta aria pulita. L’abbiamo fatto per ritrovare la capacità di cogliere anche il buono. Che pure ci circonda.

Troppe volte, infatti, ci lasciamo catturare da notizie negative, notizie di cattiveria e di povertà d’animo. I giornali, le TV, perfino tante nostre conversazioni tra amici: tutto sembra complottare contro, sottolineando che le cose vanno male, che stiamo perdendo i valori, che abbiamo dimenticato la retta via, che... insomma, è tutto uno schifo. Prima, invece, sì che le cose andavano bene! E non ci accorgiamo che, così facendo, dimentichiamo proprio quel vecchio proverbio: fa più rumore un albero che cade, che una foresta che cresce.

 

Quest’atteggiamento troppe volte è alimentato perfino da certe tradizioni religiose. Che rischiano di dimenticare che il mondo è fondato su una bene-dizione e non su una male-dizione. Dobbiamo riconoscere, purtroppo, che questo succede anche in casa nostra. Se non teniamo lo sguardo vigile. Soprattutto quando il pensiero si fa guidare più da luoghi comuni che da uno sguardo aperto e uno spirito libero. Alimentati da un respiro pulito. Quante volte anche noi insistiamo sul male – che pure ci appartiene, certo – piuttosto che sul bene. Dimenticando che è il bene che sta a fondamento della nostra esistenza.

 

Mi piace, per salutarci prima della pausa estiva, rileggere insieme con voi le prime pagine della Bibbia. Le riguardiamo, facendoci alcune riflessioni.

Nel mito delle origini incontriamo il Creatore che, dopo ogni giorno di ‘lavoro’, si ferma a guardare la sua opera e la contempla con occhi di soddisfazione. Per ben sette volte dice con se stesso che quanto ha fatto è bello e buono. Nell’ultima poi, ci aggiunge molto bello e buono! E questo molto sta proprio alla fine di tutto, dopo che dalle sue mani ha preso vita, finalmente, anche l’essere umano.

Non solo. Sempre restando nel racconto, leggiamo che le prime parole che egli dice sono: “Sia la luce!”. E la luce non è vita? Energia? Bene?

Andiamo avanti. «Poi il Signore Dio piantò un paradiso (in greco paràdeisos = giardino) in Eden, a oriente, e vi collocò l’uomo che aveva formato. Il Signore Dio fece spuntare dal terreno ogni sorta di alberi, piacevoli alla vista e buoni come cibo...» (Genesi 2,8-9).

 

Ecco perché in queste settimane abbiamo provato a ritornare in mezzo alla natura. Nel nostro paradiso. L’abbiamo fatto per ricordarci che questa è la nostra casa. Che noi ne facciamo parte. Anzi, noi siamo la natura, in quella dimensione che, attraverso l’evoluzione e la benedizione divina, ha raggiunto la consapevolezza di sé. Che è capacità di conoscere il bene e il male, capacità di scegliere e di valutare. Capacità di costruire e di integrare. Capacità di amare.

 

Sì, è vero: possiamo anche non scegliere il bene. Siamo in grado anche di coltivare odio piuttosto che amore. E di fare il male piuttosto che il bene. Ma è proprio per questo che abbiamo bisogno di ripulire il nostro campo visivo, per cogliere anche il bene che abita il mondo. Il bene che abita il nostro cuore. Per ascoltarlo e lasciarci guidare.

Non è il lamentarci o il piangerci addosso o il gridare allo scandalo ogni volta che si muove una foglia, che ci aiuta a riscoprire la bene-dizione che sta a fondamento della nostra esistenza. Quante volte ci diciamo che la violenza non si vince con altra violenza. Il male, in qualunque modo sottolineato e gridato, richiama altro male. Le parole pesanti richiamano altre parole pesanti. E come la pace non si costruisce con la guerra, così il dialogo non si costruisce con la polemica, né i valori nei quali crediamo si recuperano gridando continuamente allo scandalo.

 

Il Creatore si rallegra con se stesso perché guarda ciò che ha fatto e lo vede bello e buono. Molto bello e buono. Perché ora il suo giardino/paradiso è abitato anche dall’uomo. Che è la sua immagine più alta. E sarà lui che d’ora in poi se ne prenderà cura. Perché allora non provare ad ascoltare il nostro bisogno, profondo, di ritrovarci in questo bene? È un bisogno che abita nel nostro cuore e desidera essere ascoltato.

 

Pensieri buoni, allora, cerchiamo di ritrovare in questa estate. Anche se piovosa! Non lasciamoci catturare e imprigionare da chi grida solo alla sventura e agli scandali. E facendo due passi in libertà, guardiamo i fiori e le piante, nostri coinquilini sulla terra, che ci sorridono. Rispondiamo con un sorriso anche noi.

Buona estate!

 

 

1. Immersi nel paradiso

2. Nel paradiso di Rodolfo

3. Verso il paradiso di Bach

4. Nel paradiso di Bach