VOCE DELLA VALLESINA Settimanale di informazione - Colloqui con lo psicologo - di Federico Cardinali

19 ott 2014

Un insegnamento dal Sinodo Straordinario sulla Famiglia

Famiglia e famiglie

Tante volte questa pagina ha incontrato la parola famiglia. E altrettante ha dovuto riconoscere che al suo interno c’è un mondo quasi infinito, di ricchezze e di povertà, di gioie e di sofferenze. La famiglia è il mondo che ci ha visto nascere e che ha curato le nostre radici. È la scuola dove abbiamo appreso pregi e difetti, abitudini e vizi. È spazio di rifugio e luogo di movimento. Tra famiglia d’origine e famiglia attuale.

Agli inizi di questi nostri incontri settimanali ci siamo fatti un bel viaggio sul PIANETA FAMIGLIA. Così lo chiamammo, per evidenziarne la ricchezza e la complessità. Un viaggio fatto di tante tappe, con lo scopo di avvicinarci a questo mondo, e di comprenderne limiti e risorse.

 

Questi giorni tutti i giornali, di ogni orientamento politico, hanno provato a guardare oltre Piazza S. Pietro per cercare di cogliere quanto là sta succedendo. Duecento53 persone che si fermano per interrogarsi sulla famiglia. Cosa essa sia. E come si stia trasformando, quasi una mutazione genetica, nel corso del tempo. Quali forme, vecchie e nuove, da recuperare, e quali, invece, oltrepassate ormai e superate dal correre della cultura. Delle culture. Sì, perché proprio di culture si tratta. Della loro pluralità, dal momento che le duecento53 persone riunite, stanno lì a rappresentare le tante culture che il mondo globalizzato oggi coltiva, e costringe ad entrare in relazione.

 

Un nome impegnativo si sono dati. SINODO. Impegnativo, perché per essergli fedeli queste persone si sono prese il compito di camminare insieme (sìnodo dal greco sýn = insieme +  odòs = strada, cammino). Camminare insieme nell’ascolto reciproco, nel rispetto delle differenze, nella ricerca dei significati che la parola famiglia sta assumendo nel nostro tempo. Perché ad essa, alla molteplicità dei significati che comporta, possa giungere il messaggio di Luce e di Vita che il Vangelo intende portare al mondo. Perché la parola Amore, nella pienezza dei suoi significati (èros = unione di corpi, filìa = amicizia, e agàpe = unione di spirito) trovi nelle relazioni familiari terreno fertile e fecondo.

 

Ma come si potrà camminare insieme – che significa ascoltarsi, coltivare il rispetto reciproco – quando le differenze di pensiero, di valutazione, di cultura sono così vaste e le posizioni di partenza tanto lontane?

 

L’ha indicato Francesco: «Una condizione generale di base è questa: parlare chiaro. Nessuno dica: “Questo non si può dire; penserà di me così o così...”. Bisogna dire tutto ciò che si sente con parresia».

Ha usato proprio questa parola. Sapete, era con i cardinali e i vescovi che un po’ di greco, magari da giovani, l’hanno... sentito dire! Parresìa significa libertà di parola e franchezza nel parlare (nasce dall’incontro tra pàn = tutto + rhèma = parola, ciò che si dice).

Poi, forse per timore di non essere capito bene, Francesco aggiunge: «Dopo l'ultimo Concistoro nel quale si è parlato della famiglia, un cardinale mi ha scritto dicendo: “Peccato che alcuni cardinali non hanno avuto il coraggio di dire alcune cose per rispetto del papa, ritenendo forse che il papa pensasse qualcosa di diverso”. Questo non va bene, questo non è sinodalità, perché bisogna dire tutto quello che nel Signore si sente di dover dire: senza rispetto umano, senza pavidità. E, al tempo stesso, si deve ascoltare con umiltà e accogliere con cuore aperto quello che dicono i fratelli. Con questi due atteggiamenti si esercita la sinodalità. Per questo vi domando, per favore, questi atteggiamenti di fratelli nel Signore: parlare con parresia e ascoltare con umiltà».

 

Tutti noi ci contiamo che i vescovi e i cardinali sappiano camminare insieme su questo binario che ha indicato loro Francesco. Parlare con chiarezza e ascoltare con umiltà. Con la consapevolezza, cioè, che nessuno possiede (tutta) la verità, e che ciascuno ha il dovere e il diritto di portare il suo contributo.

 

Queste parole possono diventare un insegnamento anche nel nostro piccolo. Molte volte il timore che il prete, il vescovo, o il responsabile di un certo gruppo ecclesiale possano pensarla diversamente, impedisce, nei nostri incontri o perfino su questo nostro settimanale, di esprimere un pensiero, un’opinione. Altre volte possono essere loro stessi, i responsabili, che non manifestano grande disponibilità ad ascoltare, facendosi prendere dalla fretta di rispondere o dalla paura di doversi confrontare con pensieri diversi dai loro. O addirittura dal timore di uscire da norme o da usanze consolidate nel tempo, ma non più in grado di proporre risposte adeguate ai bisogni del presente. Parresia e umiltà sono necessarie da entrambe le parti.

 

Sinodo è camminare insieme. In famiglia, nella società, nella politica. Nella chiesa.