VOCE DELLA VALLESINA Settimanale di informazione - Colloqui con lo psicologo - di Federico Cardinali

24 mar 2013

Due comunità sulla strada del rinnovamento

Finalmente!

Una donna presidente della Camera. Nostra concittadina, tra l’altro – ma non è questo che conta. Un Papa di nome Francesco. Che viene dall’altra parte del mondo – ma, anche qui, non è questo che conta. E siamo, come comunità di cristiani, nella settimana santa.

Giorni non comuni sembrano. Anche se, a ben guardare, nessun giorno è comune, nel senso di ‘poco significativo’. Ogni giorno, in realtà, è un giorno pieno. Di luce e di ombre. È un regalo che la vita ci fa. Il nostro limite, a volte, è quello di perderci e di lasciarci distrarre tra le mille cose e i mille richiami.

 

Dovremo farci carico dell’umiliazione delle donne che subiscono violenza travestita da amore”.

 

Sono parole che hanno risuonato nell’aula di Montecitorio sabato scorso. Pronunciate da una donna in quella stessa aula in cui gli inquilini precedenti si erano lasciati umiliare da pretese meschine di un capetto che, proprio nei confronti delle donne, non era certo esempio di civiltà. Parole di una donna che, finalmente, in quel luogo sacro per la democrazia del Paese, hanno purificato l’aria.

 

È più d’una volta che in questi nostri incontri ci fermiamo a condividere qualche pensiero sul rapporto tra uomini e donne. Continuiamo ad interrogarci sul posto che la donna ha in questo nostro mondo contemporaneo. Nella società civile e nella società religiosa. Lo facciamo perché se davvero vogliamo che il mondo si rinnovi, non possiamo non aprire gli occhi e guardare molto bene a come, donne e uomini, sappiamo incontrarci e ascoltarci.

 

La società civile, dicevo. Ora, finalmente, la rappresentanza parlamentare inizia a parlarci di rispetto e di pari dignità. E ci auguriamo che questo fatto possa diventare guida per le altre mille situazioni dove ancora la discriminazione e la diseguaglianza sembrano non voler perdere terreno. Nei posti di lavoro, per le strade, nei luoghi della cultura. Nelle famiglie perfino, dove continuiamo a far crescere i nostri ragazzi guidati da due morali. Una per i maschi e un’altra per le femmine. Quante volte capiterà anche a voi – a me succede molto spesso – di sentire risatine e commenti di approvazione ogni volta che qualche uomo pubblico, della politica o dello spettacolo o dello sport, fa battute e battutine sulle donne. Un ‘eroe’ del calcio che non sa prendersi la responsabilità di un figlio che ha messo al mondo, viene facilmente giustificato. Magari dicendo, il massimo che sappiamo dire, che è un po’ immaturo. Tutto qui. Se poi, invece, è una donna che non ha l’energia per crescere un figlio, allora subito a lapidarla con le parole più oltraggiose. La più leggera delle quali ci fa dire che è… una madre snaturata!

 

E la società religiosa? Due settimane fa, riflettendo sul posto della donna nella comunità dei credenti (= la chiesa), ci lasciavamo con uno sguardo alla piccola comunità di Gesù di Nazareth. Quel Gesù che, in questa settimana speciale per noi, suoi discepoli, ci accompagna nel vivere i giorni della Pasqua. Nel ripensarlo, ci dicevamo di come lui sia stato portatore di grande novità e di cambiamento anche nel rapporto con la donna. Un Maestro che tra i suoi discepoli fa entrare delle donne. Uno che si ferma a parlare con una donna di cose che riguardano la Vita Eterna (= la Vita che accomuna Dio e gli uomini), pur sapendo bene che il ‘compito’ delle donne era solo quello di ricordare agli uomini che essi dovevano ‘studiare’ la Torà (= la Bibbia) e non loro. Un Maestro che, di fronte alla tirchieria di cuore di un uomo che è considerato maestro e guida del popolo, è capace di elogiare una donna, conosciuta come una prostituta, per la sua generosità e per la sua grande capacità d’amare.

 

Questa settimana incontreremo pagine dolorose dei Vangeli. Ascoltandole, facciamo attenzione ad un particolare. In quei giorni così drammatici, che segnano la fine della giovane vita di quest’uomo, guardiamo dove sono e cosa fanno le donne, discepole di Gesù, e dove sono e cosa fanno i discepoli uomini. Magari ci sorprenderemo, se non ci avevamo ancora fatto caso. Matteo e Marco hanno il coraggio di ammettere che al momento della cattura “tutti i discepoli lo abbandonarono e fuggirono”. E presso la croce, ci dice Giovanni, rimangono soltanto “sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Cleopa e Maria di Magdala”, e con loro, uno solo tra i discepoli uomini. Gli uomini, il sesso forte, coloro che si vantano di saper maneggiare la spada per combattere e uccidere, tutti abbandonano il loro Maestro. E scappano.

 

Questi giorni ci hanno regalato un’altra novità, dicevamo. Papa Francesco. Come si può pensare a Francesco d’Assisi senza pensare, nello stesso tempo, a Chiara? Due giovani, un uomo e una donna, amici e compagni di cammino, che hanno saputo vivere un rapporto di amore speciale, nella stima e nel rispetto reciproco. Nel riconoscimento della differenza e della pari dignità.

Mi piace leggere, nell’originalità di quel nome, un segno di speranza anche per la comunità dei credenti.