VOCE DELLA VALLESINA Settimanale di informazione - Colloqui con lo psicologo - di Federico Cardinali

22 gen 2012

Sesso in TV (1)

Le scrivo per porle una questione che mi sta molto a cuore e mi rivolgo a lei perché leggo sempre con interesse la sua rubrica su Voce della Vallesina e vorrei un suo parere. Ho tre figli ormai abbastanza grandi, cresciuti, dal punto di vista televisivo, con Don Matteo, il medico in famiglia e i cartoni animati, come tutti i bambini italiani.

A parte don Matteo che guardiamo sempre con grande piacere sia per i suoi contenuti sia perché la reputo l'unica fiction ancora ‘pulita’ adatta ad un pubblico di non soli adulti, per il resto (a parte qualche esempio isolato) vedo l'assenza di qualità e il degrado dei contenuti. Mi spiego meglio: fino ad alcuni anni fa, cioè quando i miei figli erano ancora piccoli, le fiction in prima serata erano per tutti (nel vero senso della parola) e non eravamo costretti a ‘cambiare canale’. Poi piano piano le cose sono cambiate e le cosiddette scene d'amore sono entrate nelle case, prima con discrezione poi senza veli, tanto che quasi ci siamo ‘abituati’ ad esse. Anzi, per essere ancora più precisi, ci hanno costretto ad abituarci a scene di sesso e al suo consumo veloce, superficiale, come punto di partenza nella relazione tra due persone e non come crescita, come scelta consapevole, della serie ‘oggi con te domani chissà con chi’. Non credo di poter essere tacciata di bigottismo e di moralista dicendo queste cose e comunque io la penso così e non solo io…

Francesca R. B.

 

È una lunga lettera quella di Francesca: oggi ne leggiamo una prima parte; la prossima volta ascolteremo la seconda. Perché credo proprio che Francesca ci stia ponendo un problema serio: la nostra tv e la qualità di quanto quotidianamente ci offre. In particolare riguardo al modello di sessualità e affettività che essa ci propone.

Ora, che la tv ci proponga e riproponga un modello usa-e-getta della sessualità credo sia difficilmente contestabile. Già in altra occasione avemmo modo di rifletterci. Anche allora a seguito di una lettera che ci aveva inviato una nostra lettrice, più di due anni fa. Osservavamo insieme come telefilm e telenovele, così come la maggior parte del cinema odierno, non appena ci presentano due persone che s’incontrano, tre minuti dopo ce li fanno vedere a letto. A fare sesso. A fare sesso, ci dicevamo, non a fare l’amore.

Perché fare l’amore significa costruire una relazione affettiva tra persone. Una relazione che ha bisogno di un tempo per l’incontro, per la conoscenza. Un tempo per l’ascolto. Reciproco.

 

Noi esseri umani non siamo ‘istinto’: una spinta, cioè, che con tutta la sua carica d’energia ci porta ad agire dei comportamenti senza neanche il tempo di formulare un pensiero e di poterlo ascoltare. La dimensione fisica, che pure ci appartiene e come tale ci accomuna a tutto il mondo animale, non esaurisce la nostra identità di persone. La mente (la capacità di riflettere e di farci domande sul senso e sul significato di ciò che stiamo facendo) e l’anima (quella dimensione che ci permette di farci domande anche sul senso della vita e delle scelte più profonde) sono le due dimensioni che, insieme a quella fisica, completano la nostra identità di esseri umani.

 

La sessualità è energia, l’energia alla quale la natura ha affidato la sopravvivenza della vita. La specie-uomo, come tutte le altre specie viventi, assicura la propria sopravvivenza attraverso questa dimensione che, proprio in quanto fonte di vita, non può che essere definita ‘sacra’. Proprio perché è la vita stessa ad essere sacra.

Se proviamo a cogliere la grandezza e la profondità di questa carica energetica, pensare e vivere la sessualità ‘umana’ riducendola a puro atto meccanico, a prestazione da misurare, significa svilire la nostra persona e perdere la forza dell’incontro tra due esseri ‘umani’.

Negli altri animali la sessualità è guidata dall’istinto. Da una forza, cioè, che tende soltanto alla soddisfazione di un bisogno: come all’attuazione di un ‘programma’ già predefinito, al quale il singolo individuo non può apportare nessun correttivo.

Nell’essere umano l’energia sessuale è guidata dalla pulsione. Da una forza, cioè, che chiede l’attivazione di tutta la persona, nella sua pienezza, nel momento in cui la viviamo. L’incontro ‘sessuale’ tra due esseri umani richiede a ciascuno di esserci nella sua totalità. Con la sua capacità di ascolto e accoglienza dell’altro e di se stesso.

 

Cara Francesca, le sue riflessioni ci portano a riscoprire la necessità che la famiglia recuperi la propria funzione educativa. Anche rispetto a questa dimensione della vita. Educazione sessuale non può significare soltanto informazione, passaggio di conoscenze dall’adulto al bambino o, comunque, alla persona più giovane. Educazione sessuale è il modo in cui viviamo la nostra affettività in casa, il tipo di relazione che i due genitori-coniugi vivono in famiglia. Educazione sessuale è permettere ai figli di parlare con i genitori della propria vita, delle proprie esperienze, di ciò che vedono e sentono con gli amici, a scuola. Di poter parlare con i genitori anche di ciò che ‘passa’ la televisione! (E di ciò che ‘passa’ Internet – ma di questo parleremo in uno dei nostri prossimi incontri…).