VOCE DELLA VALLESINA Settimanale di informazione - Colloqui con lo psicologo - di Federico Cardinali

22 apr 2012

Pasqua. L'uomo in cammino (3)

È la terza volta che insieme ci fermiamo a riflettere sulla Pasqua. Perché ritengo sia un bisogno fondamentale che l’uomo di oggi possa ritrovare dentro di sé la capacità di guardare al mondo e alla vita stessa con la Luce di Pasqua.


Dico l’uomo di oggi, ma in realtà è l’uomo di sempre che ha espresso, ed esprime, questo bisogno. Tutte le culture hanno cercato di riflettere sulla vita e sul senso della nostra presenza nel mondo. Le grandi e antiche civiltà dell’oriente, l’alto pensiero che ha espresso la filosofia greca, tutti i movimenti religiosi nati e cresciuti nel mondo occidentale, perfino i popoli cosiddetti primitivi… tutti gli uomini, di tutti i tempi, hanno sentito il bisogno di una luce che aiutasse a vedere. Vedere la vita. Nei suoi significati, nelle sue ragioni d’essere.
Ci ricordavamo, tre settimane fa, che la parola Pasqua significa Passaggio. È importante non perdere questo significato originario, perché esso ci può accompagnare nella nostra continua ricerca di senso. Ricerca, sia rispetto a quanto veniamo facendo giorno dopo giorno, sia, e più ancora, rispetto al significato della vita stessa.
 

Due sere fa ero in un supermercato per la mia spesa settimanale. Mentre facevo la fila alla cassa, due persone si scambiavano battute proprio sulla Pasqua. “Io a Cristo ci credo, ma no a quello che dice (!) i preti…” . Niente di nuovo, direte. Sono davvero tante le persone che, almeno a parole, la pensano più o meno così. Il punto, però, secondo me, non è tanto se ‘credere ai preti’ – che significa credere alla Chiesa istituzionale. Il punto è che cosa significa davvero credere a Cristo. (Più correttamente dovremmo dire credere al Cristo. Perché la parola ‘Cristo’ non è un nome proprio, ma un aggettivo: è una parola della lingua greca che significa ‘consacrato’. Quindi dovremmo dire Gesù il Cristo, cioè Gesù il Consacrato dal Padre. Ma di questo parleremo meglio in altra occasione).
 

Che cosa significa, dunque, credere? In realtà ne abbiamo già parlato in altri momenti, ma ora proviamo a ricordarcelo: credere significa fidarci, cioè affidarci. Credere in Dio non significa, infatti, credere che Dio c’è, da qualche parte nel mondo. Credere in Dio significa fidarci di Lui, affidarci a Lui. Significa poter dire con me stesso che sono nelle Sue mani, fra le Sue braccia.
È questo che è venuto a ricordarci Gesù di Nazareth. Gesù il Cristo: l’uomo, cioè, Consacrato da Dio e inviato da Lui perché noi potessimo conoscerlo e scoprire l’amorevolezza della Sua paternità e maternità.
È qui il significato della storia di Gesù. La storia di quest’uomo che a poco più di trent’anni raggiunge la pienezza della Vita nel suo viaggio sulla terra. Viaggio che ha come ultima tappa la salita del Calvario. Ne abbiamo parlato tre settimane fa, riflettendo proprio sul fatto che noi ora stiamo percorrendo la medesima strada che ha percorso anche lui, fino ad attraversare l’incontro con la morte.
 

Questa è la strada in cui noi siamo oggi.
Ma lui è andato oltre: con la resurrezione, il risveglio nella Luce.
 

Per questo Pasqua non è la ‘cosa’ di un giorno. Né è una ‘cosa’ che riguarda i cristiani che vanno a messa e che “credono ai preti”! Il Passaggio che quest’uomo di duemila anni fa ci ha offerto indicandoci la strada, è come una ‘lezione’, un insegnamento che ci fa cogliere nella sua pienezza il significato del nostro essere al mondo. Ci aiuta a riscoprire il nostro essere qui come la realizzazione di un progetto che il Buon Dio ha elaborato per ciascuno di noi. Il nostro essere qui è la realizzazione del Suo desiderio per noi. Questo pensiero offre una risposta al nostro bisogno di ritrovare un senso al passaggio (= pasqua) su questa terra. Il bisogno di scoprire che la vita che stiamo vivendo è questo passaggio. È vita nella trasformazione.
 

La Luce del risveglio di Gesù è luce che illumina la strada. Una strada fatta di gioia e di sofferenza, di chiarezza e di confusione, di affetto e di solitudine. Una strada nella quale possiamo anche correre il pericolo di perdere l’orientamento. La mente e l’anima, insieme, ci chiedono di sapere dove stiamo andando. La Luce del risveglio ci indica che siamo in un cammino, in un processo di trasformazione continua. Ci indica che la nostra pasqua (= passaggio) è… in corso d’opera. Credere nel Gesù il Consacrato (= il Cristo) significa poter guardare questa vita con uno sguardo più ampio: lo sguardo di chi sa di essere in cammino.