VOCE DELLA VALLESINA Settimanale di informazione - Colloqui con lo psicologo - di Federico Cardinali

8 apr 2012

Pasqua. Il giorno della luce (2)

Dopo i giorni del Calvario, il Giorno della Luce!
Qui dobbiamo mettercela proprio tutta. Per accogliere e tentare di ‘comprendere’ cosa sia davvero la LUCE.
Nel mito della creazione del mondo, è la prima parola che troviamo sulla bocca del Creatore. “Sia la luce” sono le prime parole che ascoltiamo, nel silenzio cosmico e nel caos primordiale. La luce per vedere e per fare ordine: tra il cielo e la terra, tra il firmamento e le acque, tra la notte e il giorno. È grande poesia quella che ascoltiamo leggendo la prima pagina della Bibbia. È poesia che possiamo cogliere illuminati dalla luce che il Dio Creatore fa sorgere. Dopo milioni e milioni di anni il Maestro ci ricorderà che quel Creatore anche oggi “fa sorgere il suo sole, sui buoni e sui cattivi”.

Nel libro degli Atti degli Apostoli Luca racconta che quando Paolo, rivolgendosi ai cittadini di Atene, iniziò a parlare di risurrezione, «alcuni lo deridevano, altri dissero: “Ti sentiremo su questo un'altra volta”» e se ne andarono. Come potevano comprendere di che cosa davvero stesse parlando? Non era ‘pensabile’ che un uomo potesse ‘risorgere’ dai morti!
E se pure questo oggi fosse pensabile, la nostra mente si perderebbe ancora quando volesse provare ad immaginare il significato della risurrezione così come ce lo presenta il Vangelo. Perché il nostro limite è che la nostra conoscenza passa soltanto attraverso l’esperienza. Di ciò di cui non abbiamo esperienza non riusciamo ad avere conoscenza, né comprensione piena.
La mente umana può immaginare che una persona morta ritorni a vivere. È come pensare di vedere un amico, morto, che ritorna a casa. Quando Giovanni ci racconta della risurrezione dell’amico di Gesù, Lazzaro, ci dice che egli è uscito dalla tomba avvolto nel lenzuolo con cui l’avevano sepolto, e Gesù invita i presenti a liberarlo da quell’indumento. Ma Lazzaro, in seguito, sarebbe morto di nuovo.

Quando i Vangeli ci parlano della ‘risurrezione’ di Gesù, è un’altra realtà quella che ci mettono davanti. Il Gesù risorto (letteralmente ‘risvegliato’) è sì lo stesso che fino a due giorni prima camminava e mangiava con i suoi, come Lazzaro, ma è anche altro. Altro perché risvegliato. Nel senso che ha percorso questa dimensione della vita che è definita dal limite, perché in compagnia della morte, ed è entrato nella Vita ‘piena’. Gesù per descrivere e definire la Vita ci mette vicino una parola: eterna. Che non ha solo il significato di qualcosa che non ha termine, ma contiene in sé il senso di pienezza. Completezza. In altre parole, la Vita eterna è la Vita di Dio. Quella dimensione della vita in cui non c’è la morte, né il dolore, né la croce.
Questo è il progetto nel quale siamo avvolti. Il progetto del Padre che ci chiama alla vita e che in Gesù si fa conoscere nella pienezza del suo amore e del suo prendersi cura di noi. I suoi figli.

Spesso, in questa dimensione della vita, ci ritroviamo disarmati. Perché la fatica del quotidiano ci impedisce di vedere l’energia vitale che pure ci abita. Quell’Energia di Luce che è come un seme nel nostro cuore. Nel silenzio del raccoglimento, che è preghiera, che è incontro nell’intimità con il Dio della Luce, ritroviamo in noi quella Luce che è all’origine del mondo. All’origine di me. Di ciascuno di noi.

È questo che significa Pasqua. Immersi nel fluire della vita, nel passaggio tra momenti diversi, tra un tempo e un altro tempo, a volte rischiamo di perderci. Di perdere la bellezza del vivere. La luce che dà origine al mondo è la luce che abita la nostra anima. La luce che ci fa vedere la strada, per non perderci. Per non perdere l’orientamento tra la confusione dei messaggi e dei rumori che continuamente aggrediscono la nostra mente. Richiami di egoismo, presunzione di possedere la verità, di essere sempre dalla parte giusta, senza la capacità di riconoscere che l’altro, diverso da me, coglie proprio quella parte di Verità che io non so vedere.

La Pasqua che ritorna ogni anno ci ricorda che la Luce è presente tutti i giorni. Nel mondo, e nel cuore di ciascuno. Perché possiamo ritrovarla anche nei momenti di buio, di paura, di panico. Nei momenti in cui il dolore colora di sé le nostre giornate.
La storia di Gesù è storia di Luce. Storia che diventa ricordo, nel senso di richiamo alla mente che la Luce è venuta nel mondo, “quella che illumina ogni uomo”. Gesù che entra nella storia è la realizzazione piena di quel “Sia la luce” che ascoltiamo, agli inizi della storia, dalla bocca del Creatore.
La Buona Pasqua che ci auguriamo sia Pasqua di Luce!