VOCE DELLA VALLESINA Settimanale di informazione - Colloqui con lo psicologo - di Federico Cardinali

11 mar 2012

La Bibbia, il Corano... e la vita di un uomo

Alcuni giorni fa in Afganistan, in una base militare, un ufficiale americano ha ordinato di distruggere, bruciandolo, del materiale religioso islamico, fra cui alcune copie del Corano. Secondo i militari quei testi erano utilizzati dai prigionieri per scrivere messaggi ‘nascosti’ da inviare all'esterno della base. Un po’ come facevano certi nostri uomini di dis-onore (= mafiosi) che si servivano della Bibbia per passare messaggi cifrati ai loro affiliati. Le manifestazioni di protesta che sono seguite a questo fatto hanno provocato la morte di molte persone.

In un mondo reso così piccolo dai moderni mezzi di comunicazione, questo appare come uno di quei milioni di fatti che riempiono le cronache quotidiane. Io credo, però, che valga la pena fermarci un momento a riguardarlo e provare a fare insieme alcune riflessioni.

 

Possiamo dire che certamente non è stato un bel gesto bruciare oggetti che per alcuni (o tanti) hanno un significato religioso. La Bibbia o il Corano o i Veda… in fondo non sono che libri. Libri come milioni di altri libri. Ma sono libri che per molte persone hanno un valore particolare. Sono libri che contengono parole sacre, parole attraverso le quali lo Spirito Creatore si rivolge agli uomini, sue creature.

È questo che li rende libri speciali. Libri che chiedono di essere trattati con venerazione e rispetto. Perché sono libri che, in qualche modo, rappresentano il Divino. È vero, noi uomini diamo al Creatore del mondo nomi diversi, Lo veneriamo in modi diversi e ce ne siamo fatti immagini diverse. Ma non è il nome o l’immagine che rende il nostro Dio più grande o più degno di venerazione e di rispetto del Dio dell’altro. Non è il Dio ‘occidentale’ che può prevalere sul Dio ‘orientale’, o il Dio unico sul Dio multiforme. Queste sono distinzioni e scale che ci siamo costruiti noi, con la finitezza delle nostre menti e con la presunzione della superiorità di una cultura su un’altra.

Più volte ci siamo fermati anche noi a riflettere su come le religioni possono diventare strumenti di discordia e di conflitto piuttosto che luoghi d’incontro e di armonia. Bruciare un testo o un’immagine che per alcuni uomini – pochi o tanti non importa – sono sacri, è comunque un gesto ignobile. Blasfemo, direi. Perché così facendo, in quel momento stiamo dissacrando non soltanto una religione, ma la Vita stessa. Quella Vita che altri venerano attraverso quella ‘forma’ religiosa.

 

Ora, però, dobbiamo fare un passo avanti. Dobbiamo farlo perché le reazioni che sono seguite al quel gesto irriverente e incivile di quei soldati non possiamo giustificarle. In nessun modo e per nessuna ragione. Meno ancora, a mio parere, possiamo giustificarle in nome di una religione e della sua sacralità.

 

Il Dio Creatore, cui tutti i credenti si rivolgono e di cui tutti ci sentiamo figli, non ha ‘messo al mondo’ dei libri. La Bibbia, il Corano, i Veda e tutti i testi sacri di qualunque religione e cultura sono prodotti dagli uomini. Da loro sono scritti. Ispirati dallo Spirito della Vita, ma sempre libri umani sono.

Il Dio Creatore ha messo al mondo degli esseri viventi. Primi fra tutti, gli uomini. La Bibbia ci dice che nell’uomo Dio vede se stesso: l’uomo è immagine di Dio. Dio non si ritrova in una casa, o in un tempio, o in una moschea, o in una sinagoga, o in una chiesa. Né si ritrova in un libro. Dio ritrova se stesso nell’uomo e in tutto il creato.

 

Dieci Corani, cento Veda, mille Bibbie non valgono la vita di un UOMO.

 

È difficile per noi comprendere fino in fondo che cosa abbia portato quei soldati a bruciare alcune copie del Corano. La guerra imprigiona gli uomini con catene che offuscano la ragione e confondono la mente. I soldati che hanno bruciato quelle copie del Corano hanno fatto un gesto che in sé possiamo senz’altro definire ‘blasfemo’. Ma altrettanto ‘blasfemo’ è il comportamento di coloro che per riparare un tale gesto hanno seminato la morte. Uccidere un uomo per riscattare un libro è mille volte più blasfemo. Perché nell’uomo è la Vita stessa che vive, è lo stesso Dio Creatore che riflette se stesso. Uccidendo gli uomini non si dà gloria a Dio. A nessun Dio. Comunque lo vogliamo chiamare. Uccidendo un uomo si uccide la Vita. Si ‘uccide’ Dio.

 

GOTT MIT UNS. Ricordate? Dio (è) con noi portavano scritto sui loro distintivi i nazisti del secolo scorso. Ma con noi chi? Dio è con l’uomo. Ma con tutti gli uomini, perché tutti sono (= siamo) FIGLI per Lui.

 

Diceva Gesù di Nazareth che le leggi di Dio sono a servizio degli uomini, per il loro bene; non sono gli uomini che si devono sacrificare alle leggi, alle regole. Lui parlava proprio di quelle leggi che erano scritte nella Torà (il testo sacro degli Ebrei, come il Corano lo è per i Musulmani o il Vangelo per i Cristiani). Io penso che non siamo lontani dal suo pensiero se diciamo che i nostri testi sacri – tutti i testi sacri, di qualunque religione – sono per gli uomini. Non possiamo sacrificare gli uomini sull’altare di una Bibbia o di un Corano.