VOCE DELLA VALLESINA Settimanale di informazione - Colloqui con lo psicologo - di Federico Cardinali

22 mag 2011

Il bambino violato… (1)

Pedofilia. Una parola bella per indicare una cosa terribile. Perché una parola ‘bella’? Perché essa nasce dall’incontro di due parole della lingua greca: pàis-paidòs (= bambino) e filìa (= amicizia, amore). Dovrebbe indica l’amore verso i bambini. Cosa c’è di più bello e di più naturale?

È invece una parola terribile. Perché essa indica la perversione dell’amore verso i bambini. Il tradimento di un sentimento e di un atteggiamento che appartiene a tutte le specie viventi: l’amore e la cura verso i propri cuccioli.

 

Perversione e tradimento. Perché l’amore è il sentimento più nobile e più alto che abita il cuore umano. Quando l’uomo si ferma a guardare sé stesso e scopre il sentimento dell’amore, è così sorpreso dall’energia che lo sostiene che giunge a dire che esso ci rende partecipi della natura divina, tanto è potente. Nella Bibbia, quando cerchiamo una ‘spiegazione’ su Dio, vi troviamo scritto che Dio è Amore. È la parola più alta che l’uomo sia mai stato capace di pronunciare.

Per questo il tradimento dell’amore è il tradimento più terribile che un essere umano possa compiere.

 

Ed è già un atto grave tradire l’amore verso un altro, pari a noi. Una persona adulta con un altro adulto. Tradire l’amore con uno ‘più piccolo’ è ancora più grave. È come un uragano.

Un bambino si fida dell’adulto. Un figlio si fida, si af-fida. A suo padre e a sua madre. Un padre, o una madre, che tradisce la fiducia di suo figlio gli insegna che non ci si può fidare. Se non ci si può fidare del proprio padre o della propria madre, in chi si può avere fiducia? In nessuno. E non potersi fidare di nessuno porta, inevitabilmente, a non potersi fidare nemmeno di sé stessi. Per il bambino che cresce questa diventerà la sua legge, la sua regola di vita.

 

Violare un bambino è come profanare un tabernacolo. Come dissacrare un tempio, una moschea, una chiesa. Il bambino è un luogo sacro. In lui abita la vita nella sua pienezza. In lui abita lo Spirito della vita.

Nella Bibbia è scritto che noi siamo il tempio dello Spirito (1 Cor 6,19). Nel nostro tempio di adulti lo Spirito condivide lo spazio con altri coinquilini: pensieri di egoismo, di sopraffazione, di violenza. In una parola, pensieri e azioni di non-amore. Nel tempio del bambino troviamo la pienezza dello Spirito della vita (che la Bibbia chiama ‘Spirito Santo’). In lui non c’è doppiezza. Né inquinamento. La psicologia ci aiuta a vedere che nel bambino la vita è allo stato puro: nella pienezza della sua energia.

 

Perché questa energia vitale possa evolvere in buona salute il bambino ha bisogno di sentirsi protetto dagli adulti. Primi fra tutti, naturalmente, sono i genitori quelli da cui un bambino si aspetta affetto e protezione. Ma anche quegli altri che lui incontra durante il tempo della crescita. Amici di famiglia, parenti, insegnanti, educatori. Tanto più un adulto è ‘importante’ per un bambino, tanto più questi ha il diritto di riceverne affetto e protezione.

Significativo diventa, quindi, il legame che un bambino instaura con un adulto. Perché tanto più forte è questo legame, tanto più il piccolo dell’uomo ha bisogno di poterci contare. Poterci contare come un punto di riferimento, come una sorgente di energia buona per il suo processo di crescita.

 

Poter vivere relazioni di fiducia con gli adulti gli permette di conquistare due ‘posizioni’ importanti. La prima: se riceve attenzione, per lui significa che la merita, quindi costruisce un’immagine positiva di sé. Impara che lui ha valore, quindi può avere fiducia in sé stesso. L’altra, altrettanto importante: oltre che acquisire una buona fiducia in sé stesso, egli impara che nel mondo ci si può fidare, che c’è la possibilità di costruire rapporti sani e di fiducia con gli altri esseri umani come lui.

 

Guardiamoli un momento questi due aspetti tanto significativi per la nostra salute mentale. Pensiamo a quante persone soffrono, anche da adulti, perché hanno una scarsa stima di sé. Hanno di sé stessi un’immagine negativa, come se non valessero niente. Si vedono incapaci di realizzare i loro desideri, i loro progetti. Al punto che, nei casi più sofferenti, non riescono neanche a sentire il desiderio né a immaginare progetti nei quali investire e per i quali lavorare.

Dall’altra parte, crescere con l’idea che nel mondo non ci si può fidare di nessuno porta inevitabilmente a vivere come se tutti fossero ‘nemici’ da cui difendersi. Come se tutti fossero lì pronti ad approfittare di te. Sfiduciati, verso sé stessi e verso il mondo.

 

Sviluppare il senso di fiducia non significa essere ingenui. Significa poter disporre di quelle potenzialità di vita che appartengono alla nostra anima e che ci permettono di costruire. In relazione con gli altri. E nelle relazioni con gli altri. In una dimensione personale e in una dimensione più ampia, quella tra gruppi di persone, tra popoli, tra culture. È questa la sorgente della non-violenza!

 

Il primo danno, dunque, che subisce un bambino ‘violato’ nella sua fiducia verso l’adulto è proprio l’impedimento a poter sviluppare un’immagine positiva di sé e degli altri. Impara che non ci si deve fidare di nessuno. Né di sé stessi, né del mondo. Non è questa l’origine della violenza?

 

Oggi ci fermiamo qui.

La settimana prossima rifletteremo su un altro grave danno che, attraverso l’esperienza di una sessualità che non gli appartiene, un bambino riceve: lui apprende che sesso e amore sono due cose scisse e separate. Da qui ripartiremo nel nostro prossimo incontro e cercheremo di cogliere il peso che questa esperienza comporterà per la sua vita, anche di adulto.

(1. continua)