VOCE DELLA VALLESINA Settimanale di informazione - Colloqui con lo psicologo - di Federico Cardinali

2 ago 2009

Un anno insieme

Era luglio dello scorso anno quando abbiamo iniziato il nostro dialogo sulle pagine di Voce. Ogni settimana ci siamo incontrati e abbiamo condiviso dei pensieri. Aver condiviso tante riflessioni non significa, naturalmente, che siamo tutti d’accordo, nel senso che tutti abbiamo lo stesso parere. E’ impensabile. E non sarebbe neanche giusto chiedercelo. Soprattutto quando andiamo a confrontarci su questioni che riguardano tematiche fondamentali per l’essere umano.

Quando ho accettato la proposta di aprire una rubrica di psicologia, l’ho fatto, guidato da questa convinzione: nessuno di noi ha il monopolio della verità. Nessun essere umano, per quanto colto sia o per quanto sia in alto nella scala sociale, può affermare di essere depositario della verità. E’ vero che qualcuno ogni tanto ci prova a sostenerlo, ma, sia pure nel rispetto che si deve a ciascuno, è difficile ritenere che chi è convinto di possedere la verità sia una persona equilibrata, sufficientemente equilibrata.

 

In questo anno abbiamo provato, all’inizio, a fare un primo viaggio intorno all’uomo. Ricordate? Abbiamo incontrato il corpo, la mente e l’anima. Ci siamo interrogati sul senso del nostro essere nel mondo, sulla vita e sulla morte. Abbiamo provato ad ascoltare domande che nascevano da avvenimenti drammatici che ci interrogavano come comunità civile. Provando pure a confrontarci come comunità di credenti. Siamo poi ripartiti per un altro viaggio, un viaggio sul pianeta famiglia.

Altre volte, poi, il nostro dialogo è stato ancora più diretto. Con le vostre lettere mi avete portato esperienze di vita, riflessioni, interrogativi. Che avete voluto condividere con me e con tutti gli altri lettori di questo settimanale. Siamo intorno ai duemila. Lo sapevate? Tante sono le copie che ogni settimana sono stampate e distribuite. Una buona (speriamo!) piccola famiglia.

 

Mi piacerebbe che questo dialogo, ormai aperto, possa continuare. Soprattutto con i vostri interventi. Non vi preoccupate di dover scrivere tanto o con uno stile da letterati o da giornalisti o da scrittori. Scrivete come vi viene. Anche solo cinque righe. L’importante è che possiate dire la vostra, offrendo a tutti una riflessione, un interrogativo, una domanda… che ci aiuti a pensare. Magari anche a sorprenderci.

Portate una vostra esperienza: condividere un’esperienza è un gesto di solidarietà. Chi legge ha la possibilità di pensare, trova un’occasione per riflettere. Spesso l’esperienza di un altro ci aiuta a guardare anche aspetti della nostra vita che da soli non riusciremmo a cogliere, immersi come siamo nei nostri punti di vista.

 

Come fare per scrivere? Se disponete di un computer o avete qualcuno (un figlio, un nipote, una persona amica) che ce l’ha, potete usare la posta elettronica: quella che in gergo ormai tutti chiamiamo e-mail (pare che se non si dice qualche parola in inglese, siamo… fuori mercato!). Se, invece, volete usare la posta normale, benissimo, basta scrivere qualche riga su un foglio e spedirlo all’indirizzo di Voce. State certi che non ci sarà mai una censura a quello che scrivete, e che io proverò comunque a rispondervi, anche se dovessi trovarmi nella condizione di non sapere cosa dirvi: vi risponderò dicendo che non so cosa rispondervi!

Tra coloro che finora mi hanno scritto, qualcuno mi ha pregato di non mettere il suo nome sul giornale. Nessun problema: in questi casi metterò un nome fittizio, come ho già fatto con chi me l’ha chiesto.

 

Come ci lasciamo per l’estate? Intanto continuando a sentirci vicini, nei nostri pensieri e - per chi può coltivare anche questa dimensione nella sua vita - sentirci vicini nella preghiera.

Poi mi permetto di invitarvi a leggere un buon libro: ‘buono’ significa un libro che ci fa bene. Certo, abbiamo internet e tutti gli annessi e connessi. Ma non dimentichiamo di regalarci un tempo di riflessione. Un tempo di silenzio. Ne abbiamo bisogno: è come un po’ di sole per i reumatismi. E un libro è di sicuro uno strumento utile per pensare. E per stare un po’ con noi stessi. Molto più della TV, di internet o di facebook…

Una cosa che forse facciamo poco: proviamo a camminare. Camminare. Sì, perché vi meravigliate? I medici ci dicono continuamente che il nostro corpo ha bisogno di muoversi per conservarsi in buona salute. Questo ormai lo sappiamo tutti. Basta farlo! Sapevate, poi, che camminare fa bene anche al nostro umore? Camminando, nel cervello si attiva la produzione di sostanze che sostengono il buon umore: si chiamano endorfine. Sono un ottimo ansiolitico e un altrettanto prezioso antidepressivo! E’ il nostro organismo che le produce: nessun effetto collaterale indesiderato! E non dimenticate di bere. Acqua! Il nostro corpo ne ha assoluto bisogno.

 

Un grazie al sole che ci riscalda. Un grazie anche all’acqua che, dal cielo, speriamo non si dimentichi totalmente di noi durante questa estate - senza fare danni, però.

 

Ora ci salutiamo. Per ritrovarci a settembre. Riposati e, magari, anche un po’ più svegli!