VOCE DELLA VALLESINA Settimanale di informazione - Colloqui con lo psicologo - di Federico Cardinali

14 giu 2009

Pianeta famiglia

La coppia... incinta

Ricordate il nostro viaggio sul pianeta famiglia? L’avevamo iniziato tanto tempo fa. Abbiamo percorso insieme sette tappe. Da lì poi tante vicende sono sopravvenute e ci hanno chiesto di scendere per una pausa. Era la fine di marzo. La morte di una giovane donna, la Pasqua, il terremoto, qualche lettera che ci proponeva di toccare argomenti particolari. Insomma, una lunga pausa. Ora ripartiamo per un’altra tappa.

 

Quei due giovani che abbiamo conosciuto al loro primo incontro, si sono fidanzati, poi sposati. Ora aspettano il loro primo bambino.

Che succede?

Questa coppia è incinta. Come? La coppia è incinta? Incinta sarà lei, non la coppia! Non ho mai visto un uomo incinto… E’ vero, l’etimologia della parola ci dice che ‘incinta’ può essere solo lei (incinta viene dal latino in (= non) + cincta (da cingere = mettere una cintura): perché lo stato di gravidanza non consente di stringere la vita).

Ma noi diciamo che la coppia è incinta. Perché se incinta fosse solo la donna, sarebbe un vero disastro per questo bambino che sta arrivando. E per i suoi genitori.

 

Proviamo a spiegarci.

Vi ricordate quando, nel nostro viaggio intorno all’uomo, abbiamo parlato del corpo e della mente? Bene. Ora li riprendiamo. Perché la gravidanza riguarda sia il corpo che la mente. In altre parole possiamo dire che la gravidanza ha come due dimensioni: una fisica, che coinvolge il corpo, e una mentale. Se la gravidanza fisica, cioè la gravidanza nel corpo, riguarda solo la donna, la gravidanza mentale è uno stato che riguarda anche il suo compagno. Ad aspettare un bambino sono in due.

Quando questo bimbo nascerà, nasceranno insieme anche due genitori! Quelli che prima erano soltanto due coniugi, ora cominciano a diventare anche genitori. Anche genitori. Perché per essere buoni genitori (buoni = ‘sufficientemente buoni’ - ricordate?) bisogna tenere in vita anche i coniugi. Ma di questo parleremo in una prossima volta, non vi preoccupate.

 

Ritorniamo alla coppia incinta. O, se vi piace di più, alla coppia in gravidanza.

L’attesa di un bambino è un progetto. Un desiderio.

Lungo il processo di crescita di una coppia, ad un certo punto nasce il desiderio di ampliare il progetto di vita, pensando di estendere lo spazio vitale. Condividendolo con un figlio. Il viaggio, iniziato in due, ora potrà continuare coinvolgendo qualcun altro. Qualcuno cui dare la possibilità di venire al mondo, nella prospettiva di fare insieme una parte del cammino della vita. Quella parte in cui i due genitori aiuteranno il figlio a crescere, a preparare la sua valigia, mettendoci dentro tutto quanto gli servirà per continuare, da grande, la sua strada.

 

Ho parlato di coppia incinta, di coppia in gravidanza. Ma sono proprio alla pari questi due? Possiamo immaginarli in partenza per una maratona: non di quarantadue chilometri, ma di… nove mesi. Lei e lui partono dallo stesso punto e arrivano allo stesso traguardo? Hanno le stesse riserve e i medesimi punti di ristoro? Eh no! Non sono alla pari, ’sta volta! Lei è in vantaggio. Il suo vantaggio è nel suo corpo. Il suo corpo sa come far crescere un bambino dentro di sé. Il corpo del suo compagno non lo sa. Non lo sa fare. E il corpo aiuta la mente a comprendere.

 

Il corpo e la mente. La gravidanza è un processo che coinvolge il corpo (della donna) e la mente (della donna e dell’uomo). E’ il tempo dell’attesa. E il tempo della preparazione.

Attesa di chi? Attesa di un nuovo essere umano che ha già bussato alla porta di questa coppia e, avendo sentito avanti!, ha iniziato il suo viaggio. Non sappiamo da dove è partito. Sappiamo che ha già individuato il punto di arrivo: è la casa di questi due giovani. La casa fisica, perché ha bisogno di un tetto che l’accolga. Infatti i suoi la stanno già preparando. Tutti i genitori durante la gravidanza preparano il corredino per il bambino o la bambina che sta crescendo con loro. Preparano la cameretta e tutto ciò di cui il piccolo avrà bisogno. (Pure troppo, in verità – ma questo è un altro discorso! Lo riprenderemo.)

 

Attenzione, però. Perché questo bambino, già in viaggio, ha bisogno di trovare anche una casa mentale. Una casa, cioè, nella mente dei suoi genitori. Questa è la preparazione che, a volte, viene trascurata. Si pensa: ma l’hanno fatto tutti, che problema c’è? E’ vero, l’hanno fatto tutti. Ma…

 

Alcuni pensieri. Aspettare un bambino significa cominciare a pensarsi non più in due soltanto, ma in tre. E l’essere in tre richiederà il lavoro (la fatica?) di costruire un nuovo equilibrio nella coppia. In due si è alla pari: uno-a-uno. In tre si è dispari: due-a-uno. Due chi? Uno chi?

Certo viene facile pensare che uno sarà lui e due saranno lei e il nuovo arrivato! Per certi aspetti sarà così, ma il come questo potrà avvenire, la misura e il modo, saranno i due adulti a deciderlo e a costruirlo.

Il pericolo più grande? Che il bambino diventa una ‘roba’ solo della mamma e il padre continua la sua vita come se niente per lui fosse cambiato.

Anche nelle giovani coppie, sapete? Quando poi non succede che, sentendosi ‘trascurato’ dalla moglie (povero piccolino!), comincia a ‘guardare’ altrove… Sapete che, in percentuale, il periodo della gravidanza e dei primi mesi dopo la nascita di un figlio è il periodo del ciclo vitale in cui più spesso l’uomo tradisce la sua donna? Che figura, ragazzi! Sembra che noi maschietti diventiamo ‘gelosi’ del nostro bambino. Beh, non c’è male: a trent’anni è giusto essere gelosi di un figlio che ha trenta… giorni! E prendere la scusa per buttarci fra le braccia di un’altra… Giusto, no? Non vi pare?

Eppure, di aprire la nostra casa a un figlio, l’avevamo deciso insieme! Ma chi sa noi maschietti dov’eravamo, noi che siamo… il sesso forte!