VOCE DELLA VALLESINA Settimanale di informazione - Colloqui con lo psicologo - di Federico Cardinali

17 mag 2009

Tra corpo e anima

Filosofia e Scienza in dialogo (3)

Non c’è che dire, la domanda “semplice” (!) di Vittorio sul rapporto anima-corpo ci sta portando proprio lontano. Il fatto è che l’essere umano è davvero un mistero di complessità per il nostro pensiero. E quando proviamo a volerne cogliere la natura, ci accorgiamo di quanto abbiamo ancora bisogno di ricercare.

 

Oggi proviamo a raccogliere i nostri pensieri su quanto ci siamo detti in queste ultime due settimane.

Abbiamo parlato di filosofia/teologia e di scienza. Provando a farle dialogare. L’abbiamo fatto, naturalmente, cercando di semplificare i discorsi, il più possibile. (Prima di andare avanti, una nota­: scrivo ‘filosofia/teologia’ non perché siano la stessa cosa, ma perché queste due discipline sono affini per strumenti e metodi di ricerca. Non è facile separare il teologo dal filosofo: il teologo utilizza gli strumenti della filosofia nella sua ricerca sull’uomo, visto in relazione con Dio.)

 

Dunque filosofia/teologia e scienza. Per i credenti filosofia e teologia da una parte e scienza dall’altra (ciascuna disciplina nell’ampiezza del suo respiro e della sua evoluzione storica) sono dono di Dio all’umanità. Possiamo dire che sono come due strade che l’uomo percorre per avvicinarsi alla conoscenza della verità. E come tali hanno bisogno l’una dell’altra. Di più: se sono un dono di Dio, esse sono anche una manifestazione di Dio, e come tali non possono contraddirsi. Anzi, credo proprio che il loro fine sia quello di completarsi, nella reciprocità dei saperi. Ciascuna seguendo il suo scopo e con i suoi strumenti.

 

La domanda che ci dobbiamo porre è: quale ambito di ricerca appartiene all’una e quale all’altra?

La filosofia e la teologia ci danno gli strumenti per interrogarci sul perché delle cose (= qual è lo scopo, la ragione, il senso, il fino ultimo per cui esse esistono). La scienza ci aiuta a scoprire il come (= come avvengono certi fenomeni: come ha avuto origine l’universo, come ha avuto inizio la vita, come agisce un organismo, quali sono le leggi che ne regolano il funzionamento).

Se la scienza volesse spiegarci perché esiste il mondo, per esempio, o perché esiste l’uomo, cioè per quale scopo, andrebbe fuori dai binari, deraglierebbe. Pensate, per esempio, a certi scienziati (matematici, fisici, astrofisici, psicologi, medici, ecc.) che, con gli strumenti del loro sapere, pretendono di spiegarci chi è l’uomo o chi è Dio, o ancora se Dio c’è o non c’è, o qual è il senso e lo scopo della vita… Possono dirci il loro pensiero, è chiaro. Ma sapendo bene, nel dircelo, che la loro opinione conta come quella di qualunque altra persona. Possono parlare, cioè, in quanto esseri umani, perché come scienziati non hanno niente da dirci su tematiche in cui la scienza non è competente.

Attenzione, però. Perché deraglierebbe altresì la filosofia/teologia che volesse spiegarci come si è sviluppato l’universo o come l’uomo sia venuto al mondo o come l’essere umano ‘funzioni’ (compresa la questione della relazione tra ciò che chiamiamo anima e corpo). Su questo piano la storia di Galileo insegna: in fondo i teologi di allora pretendevano di spiegare come era fatto l’universo, e non volevano riconoscere alla scienza la sua autonomia nella ricerca e nella spiegazione di come funzionasse il creato.

 

A questo punto dobbiamo farci, allora, un’ultima domanda: nel momento in cui trovassimo incompatibilità tra conoscenze scientifiche e pensiero filosofico/teologico, quale delle due – la teologia o la scienza – dovrebbe fare un passo indietro?

Se la questione riguarda la domanda sul fine dell’essere umano, sul senso della vita, sul significato di ciò che chiamiamo ‘anima’, sarebbe certo la scienza a dover tacere. Ma se la questione riguarda il come del funzionamento dell’essere umano, il come del rapporto tra ciò che chiamiamo ‘anima’ e ‘corpo’, non credete che dovrebbe la filosofia/teologia tacere per un po’ e ascoltare ciò che le scienze ci sanno dire? Una volta attivato l’ascolto reciproco, nel rispetto dell’ambito di ricerca di ciascuna disciplina, può ripartire il dialogo. Che diventa la strada maestra su cui continuare il nostro viaggio verso la verità.

 

Nella consapevolezza, naturalmente, che né le filosofie né le scienze hanno esaurito il loro cammino: l’uomo ha ancora tanto tempo da vivere sulla terra, quindi tanto tempo per crescere ancora e far crescere con lui la conoscenza di sé stesso, attraverso l’evoluzione della sua scienza e della sua filosofia.

E chi sa quali altri modelli riuscirà a costruire per avvicinarsi ad una maggiore comprensione di sé!

 

Qui ci fermiamo. Almeno per ora. Un doveroso Grazie, però, sento di doverlo dire ancora a Vittorio. Per la forza che ha avuto nello scrivere e per lo stimolo alla riflessione che ci ha saputo dare.