VOCE DELLA VALLESINA Settimanale di informazione - Colloqui con lo psicologo - di Federico Cardinali

3 ago 2008

Quale scienza per comprendere l'uomo?

C’eravamo lasciati riflettendo su tre aspetti - tre dimensioni - che possiamo cogliere quando guardiamo l’essere umano: il corpo, la mente, l’anima. E ci chiedevamo: quale scienza può esserci d’aiuto nello studio e nella comprensione di noi stessi? Ci siamo già detti che non esiste una scienza in grado di comprendere tutto l’uomo, ma abbiamo bisogno di coltivare ed esplorare più aree del nostro sapere. Quali?

Sempre seguendo la nostra semplificazione, diciamo che il nostro corpo può essere visto e studiato attraverso la biologia e la medicina. Queste scienze ci aiutano a coglierne il funzionamento, permettendoci di osservarne sia le singole parti (il cuore, i polmoni, lo stomaco, gli organi di senso, le cellule…) sia l’interazione fra queste. Quindi il funzionamento generale, così come le alterazioni nel funzionamento, quei processi, cioè, che nel linguaggio comune chiamiamo ‘malattie’. Quanto più le scienze mediche riusciranno ad approfondire queste conoscenze, tanto più ci saranno di aiuto nel conservare un funzionamento sano del nostro corpo e nel rimetterlo in sesto quando qualche ‘incidente di percorso’ ne altera l’equilibrio.

La psicologia ci permette di avvicinarci alla ricchezza della nostra mente e ci fa cogliere gli aspetti principali del suo funzionamento. Anche qui, però, come per la medicina abbiamo parlato di ‘scienze mediche’, dobbiamo parlare di ‘scienze psicologiche’, al plurale, perché molte sono le scuole di pensiero che studiano la complessità della mente. Aspetti diversi del suo funzionamento sono di volta in volta evidenziati a seconda del punto di osservazione nel quale ci collochiamo. Le scienze psicologiche ci aiutano a conservare e favorire un buon equilibrio nella nostra mente anche quando certe esperienze di vita rischiano di alterarlo.

E l’anima? Quella che abbiamo chiamato la dimensione spirituale? Qui c’è tutta un’area del sapere che l’uomo ha sviluppato nel corso dei millenni da quando ha cominciato a riflettere su sé stesso: la filosofia e la religione sono le scienze che l’umanità ha costruito per tenere viva questa dimensione di sé. E anche qui, per onestà intellettuale, dobbiamo parlare con il plurale: ‘filosofie’ e ‘religioni’. Nella ricerca continua di trovare una risposta alla domanda sul senso della vita e della morte, sul senso del suo essere nel mondo, l’uomo ha incontrato pensieri diversi. Diversi a seconda della cultura, delle aree geografiche o dei periodi storici. Tutte le filosofie e le religioni dovremmo guardarle con rispetto e con gratitudine, accompagnate dalla prudenza, perché ciascuna ci permette di avvicinarci alla verità, facendocene cogliere uno o più aspetti diversi che, di volta in volta, vi troviamo evidenziati.

Ora un pensiero per concludere. Se il corpo, la mente e l’anima non possono fare a meno l’uno dell’altra, in quanto non hanno un’esistenza autonoma, ma sono aspetti della medesima realtà (= l’essere umano), altrettanto dobbiamo dire delle scienze che studiano l’uomo.

Ciò significa che nessuna può pretendere di avere la comprensione totale dell’uomo e del suo processo evolutivo. Ciascuna ha bisogno di ‘dialogare’ con tutte le altre: medicina, psicologia, filosofia e religione, pur autonome nel seguire ciascuna il proprio sentiero e il proprio ambito di ricerca, non possono fare a meno l’una dell’altra. Una scienza che pretendesse di possedere tutta la verità non sarebbe vera scienza: solo una scienza aperta al dialogo con le altre è vera scienza, perché sa riconoscere e rispettare, nello stesso tempo, la sua grandezza e il proprio limite.