VOCE DELLA VALLESINA Settimanale di informazione - Colloqui con lo psicologo - di Federico Cardinali

18 mag 2025

La forza della comunicazione: essa crea la realtà

S’ode a destra…

S’ode a destra uno squillo di tromba, / a sinistra risponde… un bisbiglio. Manzoni, in realtà, anche a sinistra sente uno squillo in risposta all’altro: c’era vera battaglia allora.

Ma oggi? Da inesperto in giochi politici, ma da osservatore della psiche umana, due aspetti credo di poter cogliere a giustificazione del bisbiglio a sinistra di fronte alle trombe a destra. Da una parte i contenuti del messaggio, dall’altra il modo in cui questi vengono presentati. La comunicazione.

La nostra psiche sembra seguire una legge: l’intensità delle nostre emozioni è in stretta correlazione con la vicinanza/distanza che ci separa da un certo evento. Sia esso positivo o negativo. Se muore mio figlio, il dolore invade la mia anima e prima di poterne uscire, se pure riuscirò ad uscirne pienamente, avrò bisogno di tempo e lavorio con me stesso. Se a morire è il figlio di un vicino, gli porto le mie condoglianze, posso andare al funerale, ma il mio coinvolgimento è assai minore. Se poi leggo che a Gaza sono morte cinquantamila persone o che stanotte un missile russo ha ucciso dieci bambini in un ospedale di Kiev, un moto di stizza sento in me contro Netanyahu o contro Putin. Ma la mia giornata continua con tutti gli impegni previsti. Così se il telegiornale mi dice che s’è rovesciato un barchino nel Mediterraneo e di quaranta persone ch’erano a bordo ne sono sopravvissute solo otto.

È un punto questo che fa la differenza. L’abbiamo imparato così bene che anche i giochi della politica ci si appoggiano. Più o meno consapevolmente. Perché la politica, in fondo, è prigioniera di un criterio di valutazione piuttosto elementare: non è la scala dei valori che dà peso ai programmi. È, molto più terra terra, il risultato elettorale. I numeri che questo o quel partito raccoglie nelle votazioni. C'è poi il processo mentale con cui decidiamo il voto. È esso risultato di un ragionamento e di una valutazione critica su un programma elettorale, o non piuttosto una scelta istintiva? Quel politico mi piace, quell’altro no. Ma mi piace o non mi piace non nascono nella testa, ma nella pancia. Non sono il risultato di analisi ragionamenti valutazioni. Ma una semplice scelta istintiva. E l’istinto segue le leggi della psiche di cui dicevamo.

 

Mi sono chiesto come poter scrivere in una sintesi estrema la differenza tra il pensiero di destra e il pensiero di sinistra. Direi così. Dice la destra: guarda la tua casa e pensa ad essa. Dice la sinistra: guarda la tua casa, ma ricorda che essa è parte del mondo. Il pensiero di destra costruisce muri. Steccati. Muri di confine, che proteggono e dividono. Il pensiero di sinistra costruisce ponti. Ponti che avvicinano, che uniscono. Prima gli italiani! America first! (prima l’America), Make America great again! (facciamo di nuovo grande l’America) cosa dicono? Guarda la tua casa. E qui mettono il punto.

Attenzione, però. Non tutti e non sempre i partiti che si definiscono di sinistra lo sono veramente. È più facile, invece, che i partiti di destra lo siano davvero. In fondo è più facile aderire a questo pensiero. La cultura delle destre riduce il campo visivo: esso è ristretto al nostro piccolo, alla nostra nazione. Tutto ciò che è fuori non ci riguarda. Questo significa nazionalismo. Pensiamo alle migrazioni, ad esempio. Efficace bandiera di richiamo, buona per ogni occasione. Sappiamo bene, tutti, quanto sia ampio e complesso il problema. Aree della terra che i cambiamenti climatici stanno rendendo sempre più desolate e inabitabili che si espandono, guerre interminabili, con la conseguenza che le popolazioni, se vogliono sopravvivere, devono necessariamente andarsene e cercare altrove. Ma quand’è che i governi di destra considerano risolto il problema? Quando sono riusciti a consolidare propri confini e i migranti restano fuori. Che poi questi muoiano di fame nel loro paese o nel deserto o nei lager libici, non ci riguarda. Qualche parola di solidarietà. Poi? Poi niente. Il nostro problema è risolto. È questo la globalizzazione dell’indifferenza di cui parlava Francesco.

 

Le destre hanno messaggi semplici e diretti. Fanno leva sulla nostra sensibilità legata alla vicinanza/distanza dal problema. E le sinistre, ricche d’un pensiero più ampio e articolato, si rivelano impotenti nel sostenere la necessità di reggere lo sguardo sui bisogni anche dell’altro. Di coniugare la parola solidarietà. Altrettanta difficoltà incontrano nel trovare un linguaggio efficace. La forza della comunicazione, oggi, è così grande che la stessa diventa più forte della realtà. La comunicazione, questo è il problema, crea la realtà. Nei social, strumento sempre più pervasivo oggi, non c’è confronto su contenuti riflessioni valutazioni. Ci sono solo slogan. E in questo processo d’imbonimento perfino la religione diventa strumento di manipolazione. Davvero qui oppio dei popoli, se Marx permette. Dio Patria e Famiglia! gridano. Ma sono semplicemente il nostro Dio, la nostra Patria, la nostra Famiglia.

Una domanda. Ma i partiti di sinistra, oggi, sono veramente… di sinistra?