VOCE DELLA VALLESINA Settimanale di informazione - Colloqui con lo psicologo - di Federico Cardinali

4 mag 2025

In dialogo con il Papa che verrà

Prima… il Vangelo

Caro Papa,

non so ancora chi tu sia, con quale nome ti presenterai alla chiesa e al mondo. Né so quali progetti sono custoditi nella tua mente. E nel tuo cuore: sì, perché anche di un cuore ha bisogno il papa. Come hai visto, già qualche tuo collega cardinale s’è fatto sentire per metterti in guardia. Uno scisma nel menu pare ci sia sempre: dipende solo da cosa vorrai ordinare, una volta seduto a tavola. Ma andiamo avanti. Ciò che mi piace dirti è, in fondo, un solo pensiero.

 

Nei confronti di Francesco hai sentito quanti giudizi valutazioni condivisioni applausi critiche… anche solo in questi giorni. A mio parere, se pure qualcuno sembra sia riuscito a coglierlo, non certo la maggioranza soprattutto tra giornalisti e politici, la cosa grande che ha fatto è aver ridato al Vangelo la priorità su tutto. Dottrina, economia, politica, regole, tradizioni. Per troppo tempo nella chiesa abbiamo messo al centro il catechismo, con tutte le regole dogmi verità che racchiude. E il Vangelo, quando pure c’è, è asservito alle sue affermazioni. Aver ridato priorità al Vangelo, alla cui luce anche il catechismo va riletto e valutato, significa aver proposto alla Chiesa una conversione di pensiero. Una metànoia. Quella cui Gesù fin dall’inizio del suo insegnamento richiama le donne e gli uomini che lo ascoltano. Convertitevi, cioè cambiate il vostro modo di pensare, la vostra scala di valori, è la prima parola che ci dice. E Marco ci tiene ad evidenziarlo. Certo che tu lo sai. Ma mio timore è che con tanti pensieri preoccupazioni impegni che avrai, più tutte le sollecitazioni le richieste le proposte che ti giungeranno, il rischio che il Vangelo venga dato per scontato è sempre in agguato.

 

Sì, poi ci sono tante questioni ancora aperte. E te ne arriveranno molte altre, magari anche con sapore di novità. Provo a ricordarne qualcuna. A mio parere, centrali.

La donna nella chiesa. Tema riaperto da Francesco, con coraggio, visto dov’era relegato prima. È vero che il Concilio l’aveva evidenziato ma, sai, il Concilio era stato messo piuttosto in pausa negli ultimi decenni. Pur nel rispetto del tempo necessario, finché anche la donna non potrà accedere al sacerdozio ministeriale, nella mia mente suonano quelle antiche parole, mi pare di Cicerone, Verba et voces, praetereaque nihil. Parole e chiacchiere, oltre questo, niente.

Il celibato obbligatorio per i preti. È una regola che rischia di mettere il prete in una categoria incomprensibile per gli uomini d’oggi. Non solo. L’assenza di una vita affettiva, condivisa con una persona in carne ed ossa, a mio parere è una delle componenti che ha contribuito a costruire una religione in cui la dimensione dottrinale, quella della testa, è di gran lunga prevalente su quella affettiva, quella del cuore.[1] Nonostante sia proprio questo, l’amore, la dimensione di vita cui Gesù continuamente richiama. Sia nella relazione con il Padre-e-Madre di tutti, sia con gli altri, sorelle e fratelli.

Le persone con orientamento affettivo e sessuale diverso da quello della maggioranza. Qui la pagina del catechismo è tutta da riscrivere.

Come per la famiglia, compresi le donne e gli uomini separati e risposati. La tentazione di costruire muri è sempre presente.

Poi c’è il dramma degli abusi sessuali. Peso terribile. Alcune conferenze episcopali hanno trovato il coraggio per cominciare ad affrontarlo. In Italia mi pare che andiamo piuttosto a rilento: magari una spintarella da parte tua potrebbe aiutare, no?

Ci sono anche altre grandi questioni sul tuo tavolo. Pace. Clima. Migrazioni. Altre ancora, a me completamente sconosciute, immagino. Non potrai risolvere tutto. Ma potrai non chiudere le strade già aperte e guidarci nel continuare a percorrerle.

 

A me hanno già detto che sono monotono, sempre con questi temi. Ma non è un problema. Sai, cinquant’anni di professione mi portano a mettere sempre la persona prima della dottrina. Di qualsiasi dottrina. Non solo. Questa deformazione professionale (!?) mi porta a sentire che anche il Vangelo la vede così. Pensa a che punto sono…

 

Caro Papa, qui mi fermo. Non aver paura delle critiche o dei pochi applausi che arriveranno quando ci richiamerai al Vangelo. In fondo, lo sai bene anche tu, è questo che ci ha promesso il Maestro: Felici siete voi, ogni volta che v’insultano e vi perseguitano e mentendo dicono ogni male contro di voi a causa mia. Così, infatti, hanno perseguitato i profeti che vi hanno preceduti. Che vuoi? Lui conosceva bene il mondo.

Sarà dura. Ma non sei solo. C’è lo Spirito con te e ti guida. Poi non dimenticare che gran parte di noi ti è vicina: abbiamo bisogno che la tua voce ci ricordi, giorno per giorno, che è solo con il Vangelo che possiamo diventare quella luce del mondo che Gesù ci chiede di essere.[2]

Uniti nella preghiera, anche con Franciscus, ti aspettiamo. Per continuare insieme (syn-odòs) il viaggio della Vita.

 

 

[1] Cfr. Mente e cuore, Voce 8 dic. ’24

[2] Matteo 5,11-12; 14

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Su questi temi v'invitiamo a leggere:  Clericalismo, pandemia nella chiesa? 2021 (con relativi rimandi in fondo agli altri tre articoli),  Mente e cuore 2024