VOCE DELLA VALLESINA Settimanale di informazione - Colloqui con lo psicologo - di Federico Cardinali

14 gen 2024

1° gennaio, LVII Giornata mondiale della pace

La verità e la non violenza

Nel Vangelo di Luca troviamo parole che mi lasciano sempre con un interrogativo. Mentre invia alcuni dei suoi nei villaggi vicini, Gesù di Nazareth dà loro alcune norme di comportamento e indica con quale atteggiamento dovranno rivolgersi alle persone che incontreranno. «In qualunque casa entriate - afferma - prima dite: “Pace a questa casa”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi».[1] Mi chiedo: dov’è in noi il figlio della pace? Mio timore è che si stia sempre più eclissando.

 

Da due anni la Russia continua a distruggere l’Ucraina. Un piccolo dittatore, ossessionato da sensi d’inferiorità di fronte ai grandi (?) del mondo, inaugura il nuovo anno con trecento missili e duecento droni. Veicoli di morte. Insieme a dichiarazioni farneticanti: “Nessuno fermerà la Russia. Non arretreremo mai, nessuno potrà dividerci”.

Non lontano da lì, altra terribile guerra in quella che continuiamo a chiamare Terra Santa. La Palestina. Terra contesa. Nome più appropriato. Contesa tra due popoli che continuano a ignorarsi. Peggio, a volersi distruggere. A vicenda. E tutti chiamando in campo la religione. Prostrati, da una parte, nella rituale preghiera ad Allah per organizzare al meglio azioni di terrorismo. Dall’altra, presidente di un paese democratico, Netanyahu arriva a impadronirsi della Bibbia per giustificare la distruzione che sta portando a Gaza. In uno dei suoi discorsi, riapre un testo del VI sec. a.C. che richiama vicende che risalgono addirittura a cinque secoli prima, ai tempi del re Saul e di Samuele, profeta di Yhwh: «Così dice il Signore degli eserciti: “Ho preso in considerazione quello che Amalek fece a Israele... Or dunque va’ e colpisci Amalek e vota allo sterminio quanto gli appartiene, senza nessun riguardo, mettendo a morte tutti, uomini e donne, bambini e lattanti, buoi e pecore, cammelli e asini”».[2] Tremila anni sono passati da allora. Invano sembra. Se ancora siamo con... il Signore degli eserciti.

E non sono soli in questo esercizio blasfemo. Già Putin aveva dato. Ad appena un mese dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina, in un discorso alla folla costretta a riempire lo stadio Lužniki, prende le parole del Vangelo per sostenere la sua guerra di aggressione. “Nessuno ha un amore più grande di questo, dare la vita per i propri amici” dice, a giustificazione e sostegno per i soldati inviati a portare morte e distruzione a un popolo fratello.[3] Anche qui con la benedizione dell’uomo di religione, il patriarca Kyrill. Parole anch’esse tradite. Il Maestro le aveva dette pensando a quella che sarebbe stata anche la sua morte, gesto estremo di coerenza e d’amore.

 

Altri nomi risuonano agli orecchi di chi guarda il nostro mondo in questi primi giorni del nuovo anno. Accanto a Ucraina e Medio Oriente, a noi vicini e familiari, ci sono Armenia e Azerbaigian, Iran, Yemen, Etiopia, Repubblica Democratica del Congo e Grandi Laghi, Sahel, Haiti, Pakistan... in un elenco di guerre e guerricciole che sembra non avere termine.

 

Platone indicava come caratteristiche dell’uomo di stato l’essere giusto e pio. Alla ricerca, cioè, della giustizia e rispettoso delle leggi che regolano i rapporti umani. Capace di andare perfino oltre le leggi scritte. Ma noi, dopo duemila400 anni, continuiamo a farci governare da politici mediocri, incapaci di guardare oltre il proprio piccolo interesse – e lasciamo perdere l’onorevole fratello d’Italia che va con la pistola in tasca al cenone di capodanno! Chi sa, forse voleva prepararsi col botto alla... Giornata mondiale della Pace.

Sì, perché è ormai dal 1968 che il 1° gennaio è Giornata Mondiale della Pace. Paolo VI, istituendola e invitando il mondo a farla propria, al di là di ogni credo, religioso o laico, scriveva: “Pace non è pacifismo, non nasconde una concezione vile e pigra della vita, ma proclama i più alti ed universali valori della vita: la verità, la giustizia, la libertà, l’amore”. Utopia? Parole al vento? Sì, se addirittura arriviamo a tradire i testi sacri e le tradizioni religiose prendendoli a sostegno della violenza cui affidiamo le relazioni tra i popoli.

Quest’anno Francesco, per l’occasione, invita a guardare i progressi della mente umana nel campo della scienza e della tecnologia. Intelligenza artificiale chiamiamo l’ultima creazione del nostro ingegno. Ma una domanda di fondo abbiamo bisogno di tenere aperta: saremo capaci di utilizzarla per il bene e il progresso dell’umanità, per accrescere il benessere e la pace tra i popoli, o anche questa prenderemo a sostegno e potenziamento dell’energia distruttiva alla quale sembra che stiamo affidando il governo del mondo?

 

Antiche come le montagne, sosteneva Gandhi, sono la verità e la non violenza. Recuperando il figlio della pace che abita ciascuno di noi, muoviamoci per dissotterrarle da dove le abbiamo... relegate!

 

[1] Luca 10,5-6

[2] 1 Samuele 15,3

[3] Giovanni 15,13