La mediazione familiare

Corso biennale per la formazione di mediatori familiari

1. INTRODUZIONE

 

L’intervento di consulenza e/o di mediazione familiare è l’intervento che un professionista mette in atto, all’interno di una relazione d’aiuto, in un momento di crisi nella vita di una famiglia.

 

La CONSULENZA FAMILIARE ha come obiettivo quello di fornire agli utenti delle indicazioni “pratiche” volte al superamento dell’impasse che in quel momento particolare blocca il naturale processo evolutivo della vita di quella famiglia.
Di fronte al problema che preoccupa uno o più membri di una famiglia, il Consulente dovrà mettere a disposizione la sua preparazione per ricercare, insieme alla coppia, le possibili vie di uscita dalla situazione-problema. Tra le varie indicazioni che il Consulente può fornire vi è anche quella di prospettare ai suoi clienti, ove lo ritenga opportuno, la necessità di pensare ad una psicoterapia; in questo caso dovrà dare indicazioni perché questi si rivolgano ad un terapeuta che li accompagni lungo un percorso di recupero e riattivazione di quelle risorse che la situazione di crisi tiene bloccate e che le persone singolarmente e il nucleo familiare nel suo insieme non riescono, al momento, ad utilizzare.
Il consulente familiare attiva una relazione d’aiuto con la famiglia – più spesso con la coppia – dove è ancora presente il progetto di vivere insieme.

 

La MEDIAZIONE FAMILIARE si configura come un intervento da attuare in un momento del tutto particolare della vita di una coppia: quello della separazione e/o divorzio.
Il mediatore familiare ha il compito di aiutare la coppia, che è in fase di separazione e/o di divorzio, ad attivare un contesto che permetta il superamento di quegli elementi della crisi e del conflitto che sono di impedimento per affrontare in maniera evolutiva quegli aspetti di concretezza per i quali i coniugi debbono necessariamente trovare una soluzione. Fra questi indichiamo: la divisione dei beni, l’affidamento dei figli e la loro educazione, l’assegno mensile per i figli ed eventualmente per il coniuge economicamente più debole, l’uso della casa coniugale, i tempi e i modi perché i figli possano continuare il rapporto con il genitore non affidatario e con gli altri parenti significativi, ecc.
L’intervento di mediazione familiare ha come obiettivo quello di aiutare la coppia ad affrontare il momento della separazione/divorzio in maniera non distruttiva per i coniugi stessi e, soprattutto, per la parte più debole, cioè per i figli. Se è vero che una “buona” separazione è meglio di una “cattiva” convivenza, l’intervento del mediatore familiare ha come scopo proprio quello di far sì che un momento così critico e difficile, come quello della fine di una storia di coppia, possa diventare un momento evolutivo per i due coniugi.
Se poi in una famiglia ci sono dei figli, tanto più se minorenni, la necessità di costruire una separazione “sufficientemente buona” si rivela ancora più impellente. Troppo spesso succede che conflitti tenuti aperti tra i coniugi, o ex coniugi, ricadono, amplificati, sulle spalle dei figli che si trovano coinvolti in questioni che sono sicuramente più grandi di loro.

Il Mediatore Familiare, concretamente, aiuta i coniugi:
- a rimuovere le loro difficoltà di comunicazione durante la trattativa;
- ad ampliare la gamma delle opzioni da prendere in considerazione in relazione
ai singoli problemi;
- a tener conto delle necessità psico-emotive di ciascuno dei due partner
e dei figli;
- a costruire uno schema orientativo per la soluzione delle controversie.

Il modello sistemico, come pensiero di riferimento, consente all’operatore, consulente o mediatore, di contestualizzare la crisi e di ampliare il campo d’osservazione e di intervento; l’operatore potrà così prendere in considerazione non soltanto la coppia, ma anche tutto il gruppo familiare allargato, nella prospettiva di aiutarli a lavorare insieme per costruire modalità efficaci per la risoluzione del conflitto e per cogliere le opportunità di evoluzione che il conflitto stesso porta con sé.


2. PROGRAMMA

 

Il programma del corso si articola lungo queste linee principali:

1. Il pensiero sistemico-relazionale; teoria della comunicazione;

2. La psicologia della famiglia e delle relazioni familiari;
- il processo evolutivo della famiglia: le fasi del ciclo vitale;
- la struttura della famiglia e le relazioni tra le generazioni: nonni, genitori e figli;
- le interazioni tra famiglia e singolo individuo;
- la relazione di coppia: la coppia coniugale e la coppia genitoriale (nascita -
evoluzione - crisi);
- i figli: nelle varie fasi del ciclo vitale e nel processo di separazione coniugale;
- il colloquio con la famiglia;

3. Consulenza, Mediazione e Terapia: somiglianze, differenze e confini;

4. Elementi di Diritto di famiglia. Aspetti psicologici e giuridici della separazione e del divorzio;

5. Elementi di Etica professionale;

6. Un lavoro di ripensamento e rielaborazione della propria storia personale e familiare da parte dell’allievo, in funzione professionale.

 

Il Corso viene condotto secondo la metodologia di un training di formazione, con momenti di studio teorico e momenti di lavoro di gruppo. Gli uni e gli altri partono sempre dall'esperienza degli allievi (personale, clinica ed educativa) e sono finalizzati all'attivazione di un processo di revisione e di verifica delle ‘ipotesi’ (epistemologiche ed emozionali) che sottostanno ai progetti di intervento.
Il lavoro è svolto attraverso a) l'analisi e lo studio dei casi che gli allievi incontrano nel loro lavoro e b) la ricostruzione della propria storia, personale e familiare, da parte dell'allievo all'interno delle dinamiche di gruppo.

 

3. DOCENTI

 

Federico Cardinali, psicologo psicoterapeuta, mediatore familiare, già psicologo dirigente A.S.L.
Gabriella Guidi, psicologa psicoterapeuta, mediatrice familiare, già assistente sociale nei servizi pubblici
Altri docenti che operano nel settore sono presenti come consulenti per alcuni aspetti specifici.