Attività didattica

Corso quadriennale di specializzazione in psicoterapia

Per psicologi e medici (legge 56/89 art. 3)
riconosciuto dal MIUR con DM 31.12.1993 e succ.

* Al momento questo Corso è sospeso *

Sommario

  1. Indirizzo scientifico culturale
  2. Articolazione della didattica
  3. Ammissione e valutazione degli allievi
  4. Indicazioni bibliografiche
  5. Elenco degli Psicologi e dei Medici Specializzati

1. INDIRIZZO SCIENTIFICO CULTURALE

Premessa
La Scuola di formazione in psicoterapia dell’ACCADEMIA DI PSICOTERAPIA DELLA FAMIGLIA (A.P.F.), è orientata allo studio dei processi evolutivi normali e patologici della famiglia nell’ambito scientifico-culturale della psicoterapia relazionale-sistemica.
La Scuola si occupa della formazione di medici e psicologi chiamati a svolgere interventi clinici con gruppi familiari, coppie e singoli individui, attraverso lo sviluppo di competenze relazionali-sistemiche.

Origini e sviluppo delle teorie sistemiche
Il movimento della psicoterapia sistemica affonda le sue radici nella cultura americana degli anni cinquanta, caratterizzata dal prevalere di una tendenza volta al superamento della settorializzazione degli studi e al recupero di un approccio olistico ai problemi. Lo sviluppo di nuove discipline, come l'antropologia e la sociologia, dà un contributo significativo alla conoscenza dei contesti in cui l'individuo vive, in particolare allo studio delle influenze che le relazioni e l'organizzazione familiare sembrano giocare sullo sviluppo della personalità.
Con i concetti di sistema, organizzazione, causalità circolare ed equifinalità viene sottolineata la necessità di considerare ogni fenomeno nella prospettiva dell'intero e l'impossibilità di considerarlo come somma delle parti, scomponibili e analizzabili in termini di causa-effetto.
In particolare nel campo della psicologia emerge la tendenza del ricercatore a spostare la sua attenzione dai fattori intrapsichici ai fenomeni interpersonali e ai contesti in cui hanno luogo. Il nuovo orientamento mette in discussione una visione dell'individuo prigioniero dei propri guasti e di una sua dinamica tutta interna e sostituisce ad essa l'immagine di un essere sociale, il cui comportamento è comprensibile alla luce dell'organizzazione e del funzionamento del sistema di relazioni in cui è inserito. In questa definizione viene sottolineato l'aspetto comunicazionale di ogni evento ed azione, compreso il comportamento sintomatico.
I sintomi appaiono sempre di più come un segnale di disagio relazionale dell'intera famiglia, che sembra comunicare in questo modo l'esistenza di un conflitto tra continuità e cambiamento, tra legami di appartenenza e bisogni di individuazione dei suoi singoli componenti.
Nasce su queste basi un movimento che si struttura intorno ad alcune idee condivise:
1) la famiglia viene considerata "come se fosse" un sistema;
2) ogni comportamento viene letto e compreso come funzione della relazione;
3) viene abbandonata una concezione del sintomo come anomalia individuale e viene coniato il termine "paziente designato", il portatore del sintomo, che esprime, anche a nome degli altri membri del sistema, le difficoltà legate alla crescita e all'evoluzione;
4) viene definito come obiettivo della terapia non più il solo cambiamento del singolo, ma la modificazione dei modelli di relazione tra gli individui.

Tuttavia la condivisione di queste idee non porta alla definizione di un modello concettuale ed operativo comune. Una differenza fondamentale riguarda la considerazione dell'individuo e degli aspetti soggettivi e storici nella concettualizzazione del sistema familiare e del modello terapeutico.
Per quanto riguarda l'Italia, e, più tardi, altri paesi europei, la psicoterapia sistemica si afferma attraverso il modello pragmatico-comunicazionale.
In Italia, infatti, il clima dei primi anni settanta è caratterizzato dal movimento dell'antipsichiatria che mette l'accento sulle determinanti socio-economiche, "sistemiche", della malattia mentale; visione che si contrappone a quella più introspettiva della psicoanalisi. Tuttavia questo modello, strettamente behavioristico, viene messo ben presto in crisi per lasciare spazio a una riconsiderazione del rapporto famiglia-individuo.

Modello di formazione della Scuola
Nel nostro paese, in particolare nel modello di formazione della scuola A.P.F., la psicoterapia sistemica è, di fatto, caratterizzata dalla riscoperta della soggettività, della storia e dell’importanza della relazione famiglia-terapeuta.
Il modello concettuale dell’Accademia di Psicoterapia della Famiglia si rifà in parte alla posizione descritta dalla Wertheim, utilizzando come parametro il rapporto famiglia-individuo letto in termini di figura sfondo, come individuale-supraindividuale.
Tale posizione è seguita da Bowen, Boszormenyi-Nagy, Whitaker, Ackerman, Stierlin, cioè da coloro che, pur studiando la famiglia come sistema, cercano di affermare una continuità con una tradizione psicodinamica anche se, ad eccezione di Ackerman, non svolgono attività psicanalitica. La famiglia trova nel sé individuale e nel suo sviluppo il suo migliore modello di concettualizzazione. Essa viene definita un sistema emozionale, caratterizzato da forze che muovono verso la differenziazione e forze che invece cercano di mantenere uno stato di coesione.
In questo modello un ruolo importante ha la storia: il rapporto con figure significative del passato, la famiglia d’origine.
Il pensiero trigenerazionale e i principi della teoria evolutiva sono ampiamente sviluppati nella Scuola. Il processo di comprensione dell’individuo e delle sue tappe di sviluppo viene inserito in uno schema di osservazione trigenerazionale che permette di “vedere” i comportamenti attuali di una persona come metafore relazionali, cioè come segnali indiretti di bisogni e coinvolgimenti emotivi del passato che trovano lo spazio e il tempo di manifestarsi concretamente nelle relazioni presenti. La costruzione di nuovi legami affettivi e la loro evoluzione sono legate alla possibilità di separarsi da questi vincoli passati. L’obiettivo del terapeuta è quello di costruire una storia con la famiglia nel contesto della terapia, che renda possibile apprendere come ricercare significati diversi negli eventi e nei comportamenti reciproci, sperimentando nuove alternative di rapporto. L’obiettivo non si trova tanto nei suoi contenuti, ma nell’apprendimento, da parte dei membri della famiglia, di una metodologia di lavoro che permetta loro di conciliare l’essere di ciascuno con l’appartenere alla medesima storia evolutiva e di continuare a farlo fuori dalla relazione con il terapeuta.
Nel rapporto tra presa di coscienza ed esperienza, viene riaffermata la priorità della seconda sulla prima. In questo senso il modello della Scuola si rifà anche alla posizione supraindividuale-individuale di Minuchin e della sua Scuola strutturalista che considera il terapeuta parte integrante del processo psicoterapeutico con la famiglia.
Il suo compito, infatti, è quello di attivare le potenzialità del sistema familiare perché possa, in prima persona, diventare artefice del cambiamento, utilizzando elementi e informazioni già presenti, almeno a livello potenziale, nella famiglia stessa. Quello che muta sono i significati attribuiti all’esperienza.
Il concetto di relazione terapeutica ha un ruolo centrale e il terapeuta viene visto come una sorta di regista che aiuta la famiglia a riscrivere il copione della propria storia e i singoli membri a dar vita a dei racconti personali.
Il metodo è quindi basato sul fare insieme, dentro e fuori la terapia, un’esperienza che permetta di risvegliare potenzialità presenti nel sistema, nella sua storia e nello sviluppo differenziato dei suoi membri.
Un’applicazione importante di questo modello si ha nel lavoro istituzionale con bambini e adolescenti problematici e in situazioni di gruppi sociali svantaggiati o disgregati.

 

2. ARTICOLAZIONE DELLA DIDATTICA

Il programma formativo dell’intero Corso, della durata di quattro anni per complessive 2.000 ore, si svolge lungo tre linee di fondo: lo studio teorico, la formazione personale e il training clinico.
In pratica, esso si articola secondo il seguente schema:

A. Corsi teorici (ore n. 500)

A1) Formazione personale dell’allievo (ore n.190)
A2) Insegnamenti di base, caratterizzanti e integrativi (ore n.160)
A3) Convegni di studio (ore n. 150)

B. Corsi pratico-clinici (ore n.1500)

B1) Training clinico (ore n. 900)
B2) Tirocinio presso Istituzioni pubbliche (ore n. 600)

A. CORSI TEORICI

A1) Formazione personale dell’allievo
Questa parte del Corso rappresenta il primo approccio alla psicologia e alla psicoterapia relazionale e mira a fornire all’allievo gli strumenti di osservazione sia dei sistemi familiari normali che di quelli disfunzionali o con comportamenti sintomatici.
Per favorire e facilitare l’apprendimento vengono studiati, prevalentemente, i processi evolutivi della famiglia d’origine dello stesso allievo che riesce così ad applicare a situazioni concrete e profondamente conosciute gli strumenti d’osservazione e di analisi che apprende durante il corso (genogramma, foto, scultura della famiglia, ecc.).
Questo lavoro permette, in pari tempo, di avviare con maggiore intensità il processo di formazione personale che proseguirà negli anni successivi, nel training clinico. Questa parte, per i contenuti e le finalità che si propone, viene svolta prevalentemente nel 1° anno di Corso.

A2) Insegnamenti di base
Un'ampia parte di questo insegnamento è dedicato allo studio della psicologia generale dei processi cognitivi e percettivi, alla psicologia dello sviluppo con particolare riferimento alla teoria dell'attaccamento. In questa parte del corso verranno forniti i concetti di base della psicologia sociale della famiglia e della epistemologia sistemica.

A2) Insegnamenti caratterizzanti e integrativi
Vengono distinti in
a) insegnamenti formativi di intervento psicologico e clinico;
b) insegnamenti formativi di psicoterapia individuale e familiare secondo un modello sistemico-relazionale.

A3) Convegni di Studio
Tali attività hanno lo scopo di approfondire tematiche specifiche di particolare interesse nel dibattito culturale-scientifico relativo alla psicoterapia. La presenza di noti studiosi, italiani e stranieri, didatti dell'Accademia e di personalità di fama internazionale invitate ad hoc dalla Scuola permette di favorire un approfondimento sul piano teorico, clinico e di ricerca per elevare il livello della formazione dello psicoterapeuta.
I contenuti trattati nei vari convegni di studio sono oggetto di successive elaborazioni ed approfondimenti da parte degli allievi nei loro gruppi di appartenenza (anche tramite elaborati scritti).


B. CORSI PRATICO CLINICI

B1) Training clinico
Questa parte del Corso fornisce agli allievi le competenze relazionali-sistemiche necessarie per effettuare trattamenti clinici con gruppi familiari, con coppie e con singoli individui.
Tale obiettivo viene raggiunto attraverso diverse modalità:
- l'osservazione diretta di almeno un processo terapeutico condotto da un didatta;
- la possibile conduzione di terapie da parte dell'allievo presso la Scuola con la supervisione diretta di un didatta;
- la supervisione indiretta di situazioni cliniche presentate dall'allievo in gruppo, relative ad attività svolte nel suo contesto di lavoro professionale, sia pubblico che privato;
- la consulenza diretta svolta da un didatta per situazioni specifiche portate dall'allievo, così da permettere il superamento di situazioni di impasse terapeutico. .

B2) Tirocinio presso Istituzioni pubbliche o private accreditate
Nel corso degli anni la scuola ha attivato svariate convenzioni con strutture pubbliche (ASL) o private accreditate.
Tale attività risulta fondamentale, insieme al training clinico, per affinare le competenze diagnostiche e di intervento clinico dell'allievo; attraverso la rotazione in diversi servizi, l'allievo apprende come osservare e intervenire in situazioni di disagio psicologico e psicosomatico e come studiare le modalità per attivare risorse terapeutiche nei più vari contesti istituzionali e sociali di varia natura.
Tramite seminari di lavoro congiunti tra didatti della scuola, operatori di servizi e tirocinanti si sono create le basi per uno scambio proficuo di esperienze cliniche e si sono altresì impostati progetti di ricerca clinica sul campo.

DOCENTI

Didatti del Training Clinico
M. Adelaide Berardi, Massimo Borri, Federico Cardinali, Enzo Fuzzi, Gabriella Guidi, Alessandra Natalini, Tiziana Piersanti.

Docenti dei Corsi teorici e Tutor
Bruno Acciarri, Maurizio Andolfi, Claudio Angelo, Simona Argentieri, Morena Baietta, M. Adelaide Berardi, Massimo Borri, Gabriele Borsetti, Mario Caltabiano, Alfredo Canevaro, Federico Cardinali, Vincenzo Cozzolino, Giovanna Curatola, Patrizia David, Enzo Fuzzi, Francesco Giubileo, Gabriella Guidi, Frédérick Leboyer, Elena Mini, Francesco Mioni, Alessandra Natalini, Marilena Pedrinazzi, Vincenzo Rossolini, Lorenzo Talamelli, Fabio Tognon, Silvia Vegetti Finzi, Adriana Verdi Vighetti.

 

3. AMMISSIONE E VALUTAZIONE DEGLI ALLIEVI

Criteri di ammissione
Sono ammessi alla Scuola i laureati in Psicologia e in Medicina e Chirurgia che siano iscritti ai rispettivi Albi. (Possono essere ammessi anche i laureati che, non ancora iscritti ai rispettivi Albi, superino l'Esame di stato nella 1a sessione successiva all'inizio del Corso).
L'ammissione è decisa tramite una giornata di incontro-conoscenza con i didatti del training clinico, volta a comprendere le motivazioni del candidato a intraprendere una formazione in psicoterapia, con particolare riferimento alle motivazioni al lavoro clinico con la famiglia.

Criteri di valutazione intermedi
Il processo valutativo avviene al termine di ogni anno di corso attraverso una tesina volta a descrivere il processo di crescita individuale dell'allievo in gruppo e le sue conoscenze teoriche di base sui processi evolutivi normali di una famiglia. Tale valutazione rappresenta un secondo livello di selezione per l'accesso all'anno successivo.

Criteri per la valutazione finale
La valutazione finale tiene conto dell'apprendimento complessivo acquisito all'interno del gruppo di formazione nel corso del quadriennio.
Attraverso un esame orale con una apposita Commissione di Esame, proposta dalla Faculty dell'Accademia, vengono valutate le acquisizioni teorico-pratiche maturate da ciascun allievo in tutte le aree dell'insegnamento. L'esame verte inoltre sulla presentazione e dissertazione di una tesi scritta che comprenda: la descrizione di almeno due processi terapeutici seguiti, e l'illustrazione del processo di crescita individuale dell'allievo stesso all'interno del suo gruppo di formazione. L'assegnazione dell'attestato finale tiene contro, inoltre, delle complessive competenze scientifico-cliniche raggiunte dall'allievo che dovranno essere tali da garantire una reale capacità dello stesso a svolgere l'attività di psicoterapeuta.


4. INDICAZIONI BIBLIOGRAFICHE

 

5. ELENCO DEGLI PSICOLOGI E MEDICI SPECIALIZZATI